Caserta, falsi promotori finanziari accumulano 3 mln: 5 indagati

Sequestrati beni per oltre 2,5 milioni di euro

FEB 22, 2019 -

Napoli, 22 feb. (askanews) – Per cinque anni si sono finti promotori finanziari facendosi elargire oltre 3 milioni di euro dai loro clienti di Aversa, in provincia di Caserta. Con l’accusa, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, truffa aggravata, abusivismo finanziario e riciclaggio sono state indagate cinque persone dello stesso nucleo familiare. Sequestrati, dalla Guardia di finanza, beni e rapporti finanziari per oltre 2,5 milioni di euro. L’indagine, coordinata dalla procura di Napoli Nord, si è avvalsa anche dei racconti delle stesse vittime. Da quanto è emerso, il principale indagato, insieme al cognato, pur non avendo alcun mandato da società o imprese, prospettava notevoli guadagni attraverso l’investimento in diversi titoli su petrolio e rame inducendo le vittime a consegnare i propri risparmi. L’uomo avrebbe poi fatto confluire le somme di denaro ricevute sui conti della moglie, dei tre figli o su altri conti intestati a familiari o a società a loro riconducibili. I soldi sarebbero, inoltre, stati stati utilizzati per acquistare auto di lusso o per rimborsare rate di mutui accesi per l’acquisto di immobili. Secondo quanto emerso dalle indagini, il principale indagato avrebbe applicato un modello economico di vendita fraudolenta noto come “schema Ponzi”, in base al quale i rimborsi degli interessi del capitale versato dalle persone truffate sono avvenuti grazie al flusso di denaro in entrata assicuratogli dai nuovi investitori. Quando nel 2012 il sistema è giunto al collasso poiché l’uomo non è riuscito più a far fronte alle innumerevoli richieste di rimborso da parte dei clienti, avrebbe messo in atto un piano per sottrarre i libri e le scritture contabili, in modo da non rendere possibile la ricostruzione del suo patrimonio nonché del suo movimento di affari e compiuto una serie di operazioni distrattive ai danni dei propri creditori. Tra le numerose vittime, oltre 50, anche una donna di Caserta che gli aveva affidato 80 mila euro ricevuti dallo Stato come risarcimento per la morte del padre vittima di camorra.