Amnesty sulla storia della figlia dell’ambasciatore della Corea del Nord “rapita a Roma”

Cosa ha fatto l'Italia?

FEB 20, 2019 -

Roma, 20 feb. (askanews) – Le domande che che si è posto il presidente di Amnesty International Italia, Antonio Marchesi, a seguito delle notizie secondo le quali, a novembre, la figlia dell’ex ambasciatore della Corea del Nord in Italia sarebbe stata rapita a Roma e sottoposta a rimpatrio forzato.

“Se confermato – così Amnesty – si tratterebbe di un fatto gravissimo, tale da sollecitare alcune domande: cosa ha fatto l’Italia per tutelare la sicurezza di una persona in oggettivo pericolo, trattandosi della figlia minorenne di un rappresentante diplomatico nel nostro paese che aveva pubblicamente manifestato l’intenzione di chiedere asilo politico? Come è stato possibile che agenti dello stato nord-coreano abbiano potuto rapire a Roma e trasferire fuori dall’Italia tale persona? E cosa sta attualmente facendo l’Italia per ottenere dalla Corea del Nord garanzie sulla sua incolumità?” “Ci auguriamo che il governo italiano vorrà chiarire urgentemente questa vicenda che, a prima vista, ricorda per alcune preoccupanti analogie quella di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente del Kazakistan Mukhtar Ablyazov, vittima con la figlia di rimpatrio forzato da Roma nel 2013”.

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