Così un batterio sfrutta difese degli alberi e api per diffondersi

Si chiama Erwinia amylovora e provoca grave malattia a meli e peri

FEB 4, 2019 -

Roma, 4 feb. (askanews) – Si chiama Erwinia amylovora ed è responsabile del “Colpo di fuoco batterico”, una delle malattie infettive più gravi e insidiose per il pero e il melo. Questo patogeno batterico è in grado di modificare l’aroma dei fiori della pianta che colpisce risucendo così a diffondersi di fiore in fiore attraverso il lavoro delle api. A scoprire questa ingegnosa strategia di propagazione è stato un gruppo di ricerca delle università di Bologna e di Bolzano.

Erwinia amylovora è noto per essere il responsabile del “Colpo di fuoco batterico”, una delle malattie infettive più gravi e insidiose per alberi da frutta diffusissimi come il pero e il melo. Nelle piante colpite, – spiega l’Università di Bologna – i fiori si tingono di scuro e le foglie avvizziscono fino a sembrare bruciate (da cui il nome, “Colpo di fuoco”). In breve tempo, l’infezione può progredire fino a causare la morte dell’intero albero. La pericolosità della malattia è aggravata in particolare dalla facilità con cui il batterio è in grado di diffondersi sfruttando l’opera degli insetti impollinatori. Ed è proprio su questo aspetto che si è concentrato il lavoro del gruppo di ricerca.

Gli studiosi hanno notato che, messe davanti alla scelta tra fiori sani e fiori colpiti dal batterio, le api mostrano una preferenza per quelli sani. Il motivo? Il diverso aroma emesso dai fiori malati. “La nostra ricerca – spiega Francesco Spinelli, docente dell’Università di Bologna che ha coordinato lo studio – mette in luce come Erwinia amylovora, uno dei principali patogeni del melo e del pero, sia in grado di cambiare il profumo dei fiori del suo ospite: una strategia che favorisce il passaggio del batterio dai fiori malati a quelli sani”. “A seguito dell’infezione – continua il professor Spinelli – gli alberi reagiscono producendo alcuni composti odorosi, tra i quali c’è in particolare l’acido salicilico, una molecola chiave per i meccanismi di difesa delle piante ma anche un composto repellente per le api”.

I fiori degli alberi malati risultano quindi meno “attraenti” per le api rispetto a quelli sani. Perché allora l’infezione continua a diffondersi? “La reazione delle piante malate – spiega il docente – non è in grado di bloccare completamente l’opera delle api, che sono comunque spinte a posarsi sui fiori”. Il numero di api che raggiungono gli alberi malati, insomma, è minore rispetto a quante scelgono quelli sani, ma è comunque sufficiente a favorire la diffusione del batterio. “Una volta che un’ape si posa su un fiore malato, questa viene contaminata dal batterio e al tempo stesso si trova respinta dall’azione repellente dei composti odorosi prodotti dalla pianta malata. Di conseguenza, il fiore successivo che sceglierà probabilmente sarà quello di un albero ancora sano: in questo modo l’infezione continua a trasmettersi di pianta in pianta”. Sfruttando le naturali reazioni di difesa delle piante e il lavoro delle api, Erwinia amylovora riesce così a diffondersi in modo rapido ed efficace. “Questo patogeno – conferma Francesco Spinelli – è in grado di manipolare in maniera molto raffinata l’interazione simbiotica tra pianta e impollinatori al fine di diffondere se stesso”. Un’abilità che può finire per mettere in pericolo intere coltivazioni.

Lo studio, realizzato da un gruppo di ricerca delle università di Bologna e di Bolzano, è stato pubblicato su The ISME Journal, rivista del gruppo Nature, con il titolo “Pathogen-induced changes in floral scent may increase honeybee-mediated dispersal of Erwinia amylovora”. Per l’Alma mater hanno partecipato ricercatori e docenti del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari: Antonio Cellini, Irene Donati, Maria T. Rodriguez-Estrada, Stefano Savioli e Francesco Spinelli.