Roma, 28 gen. (askanews) – Due su 144, negli anni dal 2010 al 2017. Sono gli ulteriori casi di infezione da Mycobacterium chimaera emersi dall’analisi condotta dalla Regione Emilia-Romagna, ora giunta a conclusione. Così come è stata completata la sostituzione o l’adeguamento di tutte le apparecchiature potenzialmente a rischio di trasmissione dell’infezione stessa. Dall’esame delle cartelle, 144 appunto, selezionate per essere sottoposte ad una verifica, sono emersi due nuovi casi: si tratta di pazienti deceduti, operati al Salus Hospital di Reggio Emilia, che presentavano le caratteristiche cliniche tipiche delle infezioni da Micobatterio Chimera, per i quali manca ora solo il riscontro microbiologico positivo. E proprio per verificarne la positività , il gruppo regionale che segue l’approfondimento ha disposto il recupero di eventuali materiali biologici ancora disponibili. In caso di conferma definitiva, il numero di decessi in Emilia-Romagna riconducibili al Mycobacterium chimaera salirebbe dunque a cinque, cui si aggiungono due pazienti che hanno contratto l’infezione e che sono in trattamento. Vi sarebbe poi un caso, sempre operato a Salus Hospital, residente in altra regione e segnalato dal Veneto, sul quale al momento le informazioni sono incomplete. Si tratta sempre di persone operate prima che l’azienda produttrice del riscaldatore utilizzato negli interventi a cuore aperto – che sarebbe collegato a questo tipo di infezione – emanasse il primo alert riguardante l’apparecchio e la modifica delle modalità di utilizzo. Nel frattempo, le strutture regionali di cardiochirurgia hanno completato la sostituzione o l’adeguamento – attraverso il ricondizionamento a carico della ditta produttrice – di tutte le apparecchiature potenzialmente a rischio, per prevenire l’eventuale diffusione in sala operatoria di agenti patogeni. Le stesse strutture hanno inviato, su indicazione della regione, a tutti i pazienti a potenziale rischio una informativa sui sintomi ai quali prestare particolare attenzione.
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