Migranti, al via i trasferimenti da Castelnuovo. “Metodi da lager”

Trenta stranieri lasciano il CARA: polemiche e mobilitazione

GEN 22, 2019 -

Roma, 22 gen. (askanews) – Sta calando il sipario sul Cara di Castelnuovo di Porto (Roma) tra le polemiche, la mobilitazione e le accuse. Ha preso il via questa mattina intorno alle 9 con il trasferimento di 30 ospiti della struttura, l’operazione che prevede lo spostamento di oltre 300 rifugiati in altre regioni italiane. La cittadina, ad una manciata di chilometri dalla Capitale, che conta poco più di 8.500 abitanti, da stamattina è “protagonista” di quello che alcuni esponenti politici del Partito Democratico e del centrosinistra indicano come tra i primi effetti del Decreto Sicurezza voluto da Matteo Salvini.

“Si preannuncia una vera e propria emergenza sociale, umanitaria e e perfino sanitaria”, ha lanciato l’allarme il segretario del Pd provincia di Roma, Rocco Maugliani. “Alcune persone sono state letteralmente gettate per strada questa mattina, mentre parte dei migranti richiedenti asilo saranno trasferiti in altre strutture fuori dal Lazio. Ci saranno tantissimi bambini che saranno sradicati dal contesto in cui sono cresciuti finora, e più di 100 professionalità che resteranno senza lavoro”. Il Cara di Castelnuovo di Porto era stato visitato da Papa Francesco e a ricordarlo oggi è stato il segretario del Pd Lazio Bruno Astorre, che poi ha puntato il dito contro il decreto del governo che “mette per strada i lavoratori e ci diranno che siamo amici degli amici di coop rosse bianche o celesti. Mette per strada la dignità e i diritti di decine, centinaia di donne uomini e bambini, cioè di persone che in pochi secondi vengono improvvisamente separate, violentate nel loro cammino di integrazione e comprensione di nuove culture, senza conoscere nulla del proprio futuro. Siamo con i cittadini di Castelnuovo e saremo sempre per i diritti di lavoratori che sono costretti ad assistere e a vivere sulla propria pelle la vittoria dello Stato fascista sui più deboli”.

Per il parlamentare del Partito Democratico, Roberto Morassut, “una delle strutture più importanti per l’accoglienza degli immigrati è stata sgomberata senza adeguato preavviso, sperando donne, uomini e bambini, secondo una modalità che ricorda i lager nazisti. Nessuno è stato avvertito per tempo, nemmeno il comune: un vero e proprio blitz”. Per Emiliano Minnucci, consigliere regionale del Lazio del Pd “la chiusura del secondo centro di accoglienza italiano è un atto irresponsabile che cancella in un attimo l’ottimo lavoro svolto negli anni anche dalla stessa amministrazione comunale che si è adoperata per una sana accoglienza e una concreta ed esemplare integrazione”.

Per Minnucci è “una deportazione in piena regola promossa da un ministro sconsiderato che tenta di gestire il tema della sicurezza attraverso il pressapochismo e la propaganda. Oltre a buttare alle ortiche anni di lavoro, di progetti, di collaborazioni e di impegno, il DL Insicurezza del milite meneghino calpesta la dignità dei rifugiati e manda sul lastrico 107 lavoratori del centro”. “Non possiamo restare sordi e immobili. E’ inaccettabile!” dice con forza Eleonora Mattia (PD), presidente della IX Commissione consiliare del pari opportunità e lavoro del Consiglio regionale del Lazio, mentre Alessio Pascucci, coordinatore nazionale di Italia in Comune e sindaco di Cerveteri bolla quanto sta accadendo in queste ore “un metodo vergognoso sul quale chiediamo subito chiarezza al governo nazionale”.

Nella cittadina dell’ex provincia di Roma prenderà il via una fiaccolata e Italia in Comune – come annunciato poco fa da Dario Nanni sarà “a Castelnuovo di Porto per esprimere solidarietà al Sindaco Riccardo Travaglini e alla sua comunità e per partecipare all’iniziativa che si è organizzata. Niente solidarietà e nessuna condivisione nei confronti della Sindaca Raggi che prima chiede il pugno di ferro e poi si lamenta del caos che queste scelte populiste e demagogiche stanno producendo su Roma”.