Calderoli condannato a 18 mesi per aver definito “orango” il ministro Kyenge

Il Tribunale di Bergamo: diffamazione aggravata dall'odio razziale

GEN 14, 2019 -

Milano, 14 gen. (askanews) – Condannato a 18 mesi di carcere ma con sospensione della pena e non menzione nel casellario giudiziario. Si è chiuso così il processo a carico del senatore della Lega Roberto Calderoli, finito sul banco degli imputati per aver definito “un orango” l’ex ministro del governo Letta, Cecile Kyenge, durante un comizio del 2013. La condanna è stata inflitta dal Tribunale di Bergamo che ha riconosciuto l’esponente del Carroccio colpevole di diffamazione aggravata dall’odio razziale.

“Evviva, evviva evviva. Il razzismo la paga cara”, è il commento postato su Facebook dall’ex ministro Kyenge che aggiunge: “La decisione del Tribunale di Bergamo conferma che il razzismo si può e si deve combattere per vie legali, oltre che civili, civiche e politiche”. La sentenza dei giudici bergamaschi diventa così, sempre secondo l’ex ministro del governo Letta, “un grande insegnamento per tutti quelli che hanno avuto e che hanno a che fare con pratiche discriminatori: il razzismo va condannato ovunque di mostra”. Di segno opposto la valutazione del difensore di Calderoli, l’avvocato Domenico Aiello: “La pena detentiva per un supposto reato di opinione, per di più avvenuto durante un comizio di partito – sottolinea il legale – ha evidenti risvolti di inciviltà giuridica e miopia legislativa”.

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