Istat, Zingaretti (Pd): l’Italia è ferma, il 3 marzo cambiamo

Uniamoci intorno ad una nuova proposta politica

GEN 11, 2019 -

Roma, 11 gen. (askanews) – “Il crollo della produzione industriale del 2,6% rilevato oggi dall’Istat è l’ennesimo segnale che l’Italia si è fermata. Cresce l’incertezza, sono scomparse le politiche per lo sviluppo e gli effetti si vedono: calano gli investimenti, diminuiscono gli occupati e la ricchezza prodotta, aumentano i costi dei nuovi mutui e della spesa per interessi. L’Italia paga l’inesistenza di un’idea di Paese e di politiche adeguate. Il governo gialloverde non pensa a tutto questo, ma solo a interessi e convenienze di partito”. Lo scrive il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in un articolo pubblicato sull’HuffingtonPost. “La manovra – a differenza di quanto sostiene il premier Conte – non aiuterà affatto lo sviluppo e il sistema produttivo. Anzi, come indica proprio oggi il Centro Studi Unimpresa – sottolinea Zingaretti – ci sarà una stangata da 24 miliardi di euro nel 2019 su imprese e famiglie. Il Paese è in una condizione di caos e incertezza che derivano dalla somma di idee inconciliabili delle due forze di governo: un costo insopportabile che pagano le persone e le imprese. Questo esecutivo non è utile al Nord e non è utile al Sud: è tempo di rimettere l’Italia sui giusti binari. Una politica di sviluppo richiede strategia e coraggio e in questo tornante della storia, dove è già molto difficile garantire adeguati livelli di coesione, deve fondarsi sulla sostenibilità ambientale e sociale come grande nuova opportunità. Investimenti, fiscalità, semplificazione amministrativa. Poi legalità, infrastrutture materiali e immateriali, ricerca e trasferimento tecnologico, ricostruzione di una moderna rete di welfare e centralità della scuola”. “Sono questi i capitoli di un’agenda intorno alla quale ricostruire un nuovo campo di forze per il futuro. Un nuovo PD e una nuova alleanza per proporre anche una nuova idea di Europa – spiega Zingaretti – perché senza nuove politiche continentali nessun Paese europeo ce la farà a garantire adeguati livelli di coesione sociale. In queste settimane sono tante le persone che, impaurite dalla deriva che ha preso il Paese, mi chiedono: ma cosa possiamo fare? Si può fare molto. Si deve cambiare e si deve unire intorno a una nuova proposta politica. Il cuore della sfida del 3 marzo in fondo è questo. Certo, l’elezione del leader. Ma la vera posta in gioco – conclude Zingaretti – è far rivivere e rinnovare una prospettiva di cambiamento del Paese. Per questo è importante andare a votare ai gazebo. Dall’esito di quella giornata dipende gran parte della possibilità di aprire una nuova fase e salvare l’Italia”.