Roma, 10 gen. (askanews) – Con un’operazione chiamata “Ultima spiaggia” la Guardia di Finanza di Roma ha confiscato beni per oltre mezzo miliardo di euro (tra numerosi immobili, autoveicoli, società, conti bancari e crediti) al noto imprenditore romano del settore turistico e immobiliare Mauro Balini, già arrestato nel 2015 per associazione per delinquere finalizzata a fatti di bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni.
Il principale centro di affari di Balini era il porto turistico di Ostia, oltre ai noti stabilimenti balneari “Hakuna Matata” e “Plinius”.
Secondo gli inquirenti l’uomo aveva accumulato un ingentissimo patrimonio in mancanza di fonti di reddito lecite tali da giustificare le proprie operazioni mobiliari e immobiliari, talora compiute avvalendosi di componenti del proprio nucleo familiare o di compiacenti “prestanome”.
Le indagini della Gdf hanno accertato i rapporti tra Balini ed esponenti di organizzazioni malavitose egemoni sul litorale romano, come i clan Fasciani e Spada. L’evidente sproporzione tra le ricchezze possedute e i redditi dichiarati, insieme alla conclamata pericolosità sociale di Balini, aveva condotto, tra luglio 2016 e ottobre 2017 al sequestro dei beni oggi confiscati.
Il provvedimento riguarda nel dettaglio quote societarie, capitale e intero compendio aziendale di 15 società, operanti nel settore immobiliare, nella gestione di servizi e di stabilimenti balneari e nella ristorazione, cui sono riconducibili, tra l’altro, i circa 840 posti barca del porto turistico di Ostia. Confiscate anche 897 unità immobiliari (appartamenti, locali commerciali, box, posti auto e terreni) site in Roma e in provincia di Rieti; sette autoveicoli e un motoveicolo; rapporti finanziari e crediti societari, per un valore di quasi 516 milioni di euro.