Priorità: tassa assorbenti e pannolini non scende neanche nel 2019

GEN 5, 2019 -

Roma, 5 gen. (askanews) – (di Lucia Ori, 17 anni)

L’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) è fissata in Italia al 22% per i beni che non sono soggetti a riduzione dell’aliquota perché considerati beni primari. Ciò significa che i beni di consumo che sono ritenuti necessari e indispensabili per condurre la nostra vita con regolarità e in maniera dignitosa, subiscono una riduzione della tassa. L’agevolazione dell’IVA è fissata al 10% per la maggior parte dei prodotti alimentari: al 5% per le piante aromatiche, come salvia, rosmarino e tartufo, al 4% per i beni primari deteriorabili, come la frutta e i formaggi, ma anche per occhiali e apparecchi acustici, libri e giornali.

Scendendo all’annullamento totale dell’aliquota troviamo giochi, come scommesse e lotto, monete, lingotti d’oro e assicurazioni. Sono invece soggetti alla tassa senza riduzione tutti i beni considerati di lusso, ossia automobili, vestiti, oggetti come gli orologi o gioielleria.

Una direttiva del Consiglio Europeo diffusa il 28 novembre 2006 dichiara che “I prodotti di protezione per l’igiene femminile possono essere assoggettati alle aliquote ridotte”. Questo rappresenta un primo, semplice paso per raggiungere la parità dei sessi di cui tanto sentiamo parlare, ma che, come molte altre cose, non viene supportata da azioni concrete nel nostro paese.

In Italia, assorbenti, pannolini e altri prodotti per i bambini vengono considerati beni di lusso e tassati al 22%. Ci troviamo oggi con una differenza sostanziale tra le percentuali IVA su questi prodotti posti negli altri paesi Europei e il nostro paese, che continua a classificarli come beni non di primaria necessità al pari di un’automobile, fondamentalmente. In Spagna l’imposta sugli assorbenti è al 4%, in Belgio al 5%, Francia e Inghilterra al 6%. In Irlanda non si pagano le tasse e in Scozia sono distribuiti gratuitamente.

“Associazione Onde Rosa” sta attualmente promuovendo una petizione su Change.org per la riduzione dell’aliquota. Ma non è la prima volta che una proposta del genere viene presentata in Italia per ridurre l’IVA su pannolini, latte in polvere e assorbenti. La proposta discussa nel 2016 dai deputati Pippo Civati e Beatrice Brignone, con una petizione sempre su Change.org, proponeva l’abbassamento della tassa al 4%, proposta che però non è mai stata discussa in parlamento.

Poi è il momento del Movimento 5 Stelle che il 20 settembre 2017 ha presentato l’iniziativa di ridurre la tassa tramite Pier Paolo Sileri, ma la discussione della proposta viene nuovamente rimandata. Un’ulteriore proposta viene infine avanzata nel 2018 da Francesco Boccia (PD), ma niente. La motivazione è portata da Laura Castelli (M5S), sottosegretario all’economia, secondo cui le discussioni per la riduzione dell’imposta avrebbe aperto un nuovo fronte di scontro con Bruxelles: anche per l’anno 2019 la proposta non ha superato la commissione bilancio, quindi ancora niente taglio dell’IVA su questi prodotti.

Il nostro governo entrerebbe in scontro con Bruxelles per l’IVA su assorbenti igienici e pannolini, di irrilevante importanza, ma si è però preoccupato di ridurre l’IVA su tartufo e altri prodotti freschi dal 10 al 5%. Per non parlare poi del fatto che anche i manifesti elettorali, essenziali per la nostra esistenza, subiscono una riduzione dell’aliquota, al 4%. Anche i rasoi vengono tassati al 4%: insomma, più importante togliersi i peli o farsi la barba, che l’igiene di donne e bambini.

Nonostante il brevetto risalga al 1800, le vostre nonne vi racconteranno che loro, al posto dell’assorbente usa e getta utilizzavano un panno che veniva messo a bollire in acqua per disinfettarlo e poterlo riutilizzare. Si pensi alla rivoluzione che hanno portato gli assorbenti igienici monouso nella vita delle donne lavoratrici di tutto il mondo, perché è abbastanza comprensibile che senza i giusti mezzi una donna con il ciclo non potrebbe pensare di allontanarsi per troppo tempo da casa.

La riduzione dell’aliquota porterebbe a una perdita minima di denaro per lo stato che però avrebbe fatto un passo in più e questa volta concreto per raggiungere la parità dei sessi. Come si sente pronunciare spesso dal nostro Ministro degli Interni è “semplicemente una questione buon senso”. Non è giustificabile nel 2019 identificare l’assorbente igienico come un bene di lusso per una donna e il pannolino per un bambino.

Per concludere ci terrei a specificare che questa mia riflessione non vuole essere ridotta a una questione semplicemente femminista, ma l’intento è quello di aprire gli occhi verso una società che, in ogni ambito, anche quelli più logici, dimostra ancora una volta come le differenze che burocraticamente vengono disprezzate e rifiutate, praticamente vengono ignorate se non incentivate. Il buon senso oggi viene adoperato solo dove conviene, per trovare capri espiatori, e non dove andrebbe sempre applicato: per promuovere l’uguaglianza e la dignità di genere e razza.