Roma, dopo l’incendio del Tmb Salario alti valori Ipa, Pcb e diossine

I dati delle rilevazioni Arpa

DIC 13, 2018 -

Roma, 13 dic. (askanews) – L’inquinamento atmosferico conseguente all’incendio del Tmb Salario, a Roma, monitorato tra ieri e oggi, segnala un alto valore di particolato Pm10 nelle centraline a ridosso del sito, ma anche una più alta concentrazione di Idrocarburi policiclici aromatici, diossine e Pcb. Sono i dati sulle rilevazioni diffusi dall’agenzia regionale per l’Ambiente.

I valori del particolato Pm10, rispetto ai giorni precedenti, hanno evidenziato un superamento martedì 11 dicembre del limite fissato dalla legge a 50 microgrammi/metro cubo, nelle centraline di Villa Ada (con un valore di 56) e di Tiburtina (con un valore di 54). Villa Ada oggi ha raggiunto un valore di 62.

Passando ai metalli pesanti, valori di arsenico, cadmio, nichel e piombo misurati sempre a ridosso dell’area risultano inferiori ai valori limite fissato dalla legge.

Per quanto riguarda, invece, gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (Ipa) il valore del Benzo(a)pirene è passato da una concentrazione di 2 nanogrammi per metro cubo registrata l’11 dicembre fino alle 18, a un 29,25 rilevato dalla 18 alla fine della giornata, a un 36,5 tra la mezzanotte e le 6 di mattina e una lieve contrazione al 35,1 tra le 6 e le 12. Il d.lgs.

n.155/2010 sull’inquinamento atmosferico prevede un valore limite pari a 1 ng/m3 come concentrazione media annua.

Per il Pcb, dalle 12 alle 18 del giorno del rogo il valore era di 1019 picogrammi per metro cubo, dalle 18 alle 24 e era sceso a 250, per poi risalire a 524 nel corso della notte e poi giù a 434 dalle 6 alle 12 del giorno successivo.

Il primo dato rilevato sulle diossine, tra le 12 e le 18 del giorno dell’incendio, era di 0,7 picogrammi al metro cubo, a fronte di un limite Oms per le aree urbane di 0,1 non si conosce ancora l’andamento per le ore successive.

Il forte odore percepito nell’area del TMB, invece “ed in numerose zone della città, è legato alla presenza collettiva in aria di un insieme numeroso di composti chimici diversi che complessivamente determinano la molestia. La misura dei singoli inquinanti (biossido di azoto, benzene, biossido di zolfo)non consente di evidenziare fenomeni di inquinamento odorigeno”, spiega Arpa.

Sis/Mau