Rifiuti, aziende chiedono più risorse per smaltimento

Rea Dalmine, ideologico dire che si azzerano senza nuovi impianti

DIC 7, 2018 -

Roma, 7 dic. (askanews) – Imprenditori e aziende del settore rifiuti tornano a chiedere maggiori incentivi e dialogo con le Istituzioni per superare l’emergenza ormai all’ordine del giorno in tante città italiane. A pochi giorni dall’inizio della Conferenza sul clima COP24 in corso in Polonia gli operatori del settore chiedono alla politica di affrontare con urgenza il tema della gestione dei rifiuti, senza approcci ideologici ma partendo dall’osservazione che “senza nuovi impianti è impossibile azzerarli”. Di questo parere è Simona Grossi, membro del Cda di Realdalmine spa del Gruppo Greenholding, azienda che gestisce il termovalorizzatore di Dalmine in Lombardia, considerato oggi fra gli impianti di utilizzazione termica dei rifiuti in Europa che garantiscono le emissioni in ambiente più basse, grazie all’utilizzo delle tecnologie più avanzate.

Quello dei nuovi impianti per la gestione dei rifiuti è un dossier sul quale il governo gialloverde ha già fatto scintille, con un botta e risposta tra il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e quello del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, che hanno idee opposte sul loro utilizzo. “Occorre il coraggio di dire che serve un termovalorizzatore per ogni provincia perché se produci rifiuti li devi smaltire” ha detto Salvini. “La Terra dei Fuochi è un disastro legato ai rifiuti industriali provenienti da tutta Italia non a quelli domestici. Quindi gli inceneritori non c’entrano una beneamata ceppa e tra l’altro non sono nel contratto di Governo”, ha risposto per le rime il leader Pentastellato.

Da parte loro le imprese segnalano un immobilismo che rischia di aggravare l’emergenza presente in Italia. “Nel nostro Paese ben il 75,4% delle richieste in campo green ed energie rinnovabili viene bocciato. Che sia effetto nimby o nimto, il no sembra essere per molti la soluzione ai nostri problemi. Se non siamo pronti al cambiamento e a lasciare andare le false ideologie, ci nasconderemo sempre dietro alle contestazioni, semplicemente perché è più comodo”, osserva Simona Grossi.

Non creare impianti adeguati e nuove volumetrie, spiega il rappresentante di Realdalmine spa del Gruppo Greenholding, porta solo ad un risultato: “l’illegalità e la mancanza di controlli adeguati che generano inquinamento. La mancanza di presa d’atto di questa realtà da parte delle Istituzioni e la scarsa disponibilità ad un dialogo costruttivo con le comunità è certamente una delle cause che impediscono all’Italia di imprimere una vera svolta sulla gestione dei rifiuti”.

Le aziende del settore sono quindi favorevoli alla proposta lanciata da qualche politico di costruire mille impianti per arrivare ad un’ottimizzazione della produzione e della gestione dei rifiuti. “Si tratta certamente di un’idea su cui una politica coraggiosa dovrebbe confrontarsi. E’ un progetto necessario e realizzabile con la massima trasparenza, sicurezza e sostenibilità. Quello dei rifiuti è un tema che va affrontato senza pregiudizi ideologici”.

Stesso discorso sul sostegno alle politiche di riciclo. “Anche qui le inefficienze normative ostacolano il vero sviluppo di questo settore. Inoltre, vi è la falsa e diffusa percezione che il sistema di riciclo sia per la comunità soltanto un costo da sostenere e non invece, come sarebbe nella realtà, una grande risorsa su cui poter contare. Tutto ciò è dimostrato dalla mancanza di interesse nel promuovere investimenti su prodotti riciclati”, conclude la Grossi.