Contraffazione e pirateria, Indicam: lista nera Ue non completa

Mancano autori determinanti

DIC 7, 2018 -

Roma, 7 dic. (askanews) – Il rapporto della Commissione Europea sui mercati della pirateria e della contraffazione è stato emesso oggi per la prima volta. Un lavoro annunciato nel 2017 e che ha impiegato più di un anno per vedere la luce. È evidente, come riportato nel documento, che i diritti di proprietà intellettuale sono costantemente sotto attacco sia nel commercio fisico sia in quello digitale.

La mappatura considera players fuori dal territorio dell’Unione e cita molti dei luoghi che da anni rappresentano autentici hub di distribuzione e di commercio di prodotti in violazione. I mercati fisici riportati, come ad esempio alcuni del Sud America, del Canada, della Cina e dell’India, sono i medesimi menzionati da anni nel report del Governo statunitense sul medesimo tema.

“È evidente che abbiamo un problema che va al di là delle possibilità di intervento delle singole imprese, riportando nel campo dell’intervento politico la possibile soluzione†commenta Mario Peserico, presidente di INDICAM, l’associazione che con oltre 140 imprese tutela i diritti di proprietà intellettuale. “Da anni alcuni dei mercati fisici riportati oggi dalla “lista nera†dell’Unione Europea causano danni per milioni di euro alle nostre aziende. È necessario che lo sforzo dell’Unione, affinché queste situazioni siano finalmente indirizzate dagli Stati nei quali si presentano, diventi maggiore e più incisivo. Le imprese europee che investono in proprietà intellettuale rappresentano quasi il 50% del PIL comunitario e tutti questi mercati mettono in pericolo non solo interessi privati, ma la stessa possibilità di futuro dei Paesi nei quali viviamoâ€.

Il rapporto dedica spazio anche ai mercati online che negli ambiti dei diritti tutelati dal copyright, come musica, software ed editoria e dalla proprietà industriale, come marchi e modelli, sono particolarmente aggressivi e pervasivamente pericolosi. Tuttavia, nel rapporto sembrano mancare chiare responsabilità indirizzate a grandi players che, a tutt’oggi, detengono una larga fetta di mercato nel digital e con base utenti vasta.

“Ancora una volta – prosegue Peserico – l’Europa ha adottato, con questo rapporto, un approccio troppo soft nel mettere alcuni players online di rilievo di fronte alle proprie responsabilità nel rendere disponibili offerte illegali. La carenza di norme che disciplinino il settore del commercio online è ormai nota a livello comunitario e le misure di contrasto al proliferare di contenuti, siano essi prodotti o notizie, che infrangono le regole non sono più adeguate. È indispensabile per il futuro dei nostri sistemi Paese che in Europa si intervenga per adeguare le direttive, soprattutto quella e-commerce e quella dell’enforcement dei diritti, tenendo in considerazione l’evoluzione del mercato digitale. Non citare espressamente, come ha fatto la Commissione nel rapporto, alcuni social network di riferimento con miliardi di utenti, così come alcuni grandi marketplaces occidentali o motori di ricerca dominanti, è un segno di debolezza che le imprese dei diritti, che così grandemente contribuiscono alla produzione di ricchezza Europa, non meritanoâ€.

“Non ci si sente tutelati in un rapporto con questi players che, in forza delle norme attuali, non seguono adeguatamente le esigenze di protezione e di collaborazione richieste dalle aziende che investono massivamente in innovazione e sviluppo†aggiunge il presidente di INDICAM. “Non è un segno di pressione adeguato, da parte degli organi di governo comunitari, sottolineare sforzi di attori online che, nella realtà dei fatti, le nostre imprese troppo spesso vedono sfuggire dal confronto e che non si assumono alcun dovere di diligenza nel proteggere ciò su cui ogni giorno lavoriamoâ€.

Un capitolo del rapporto europeo viene dedicato alle farmacie illegali online che rappresentano una minaccia alla sicurezza ed alla salute dei consumatori. “La contraffazione online dei farmaci – conclude Peserico – vive della stessa situazione di deficit di norme di contesto di cui soffre la vendita di prodotti falsi industriali di altre categorie. I profili di rischio, di minaccia alla salute sono in questo caso più evidenti, ma ricordo che ogni prodotto fisico falso, non essedo mai per sua stessa natura testato e prodotto responsabilmente, mette in pericolo i cittadini. Salute e sicurezza sono argomenti che vanno di pari passo con il progresso e, ancora una volta, spiace che non si percepisca quanto lo stato attuale di scarsa tutela non sia di sostengo a quanto merita ogni consumatoreâ€.