Salute, carenza ferro problema da non sottovalutare

Il 26 novembre Iron Deficiency Day

NOV 23, 2018 -

Roma, 23 nov. (askanews) – Stanchezza, frequenti mal di testa, fiato corto, colorito pallido, capelli e unghie fragili, ma anche irritabilità, scarsa concentrazione, maggiore esposizione alle infezioni: tutte condizioni apparentemente slegate tra loro ma che invece possono avere una causa comune. Si tratta della carenza di ferro, un problema di notevole rilevanza per l’impatto epidemiologico e sociale – colpisce un terzo della popolazione mondiale, in particolar modo le donne in età fertile e i bambini sotto i 5 anni – eppure ancora ampiamente trascurato e sotto diagnosticato, in gran parte proprio per la difficoltà a riconoscerne i sintomi. La Giornata della Carenza di Ferro (Iron Deficiency Day), che si celebra ogni anno il 26 novembre, è l’occasione per accendere i riflettori su questa condizione che, se prolungata e non adeguatamente trattata, può portare a gravi conseguenze per la salute di chi ne soffre, sensibilizzare la popolazione sull’importanza di riconoscere tempestivamente i campanelli d’allarme e parlarne con il medico di fiducia.

In Europa, il deficit marziale interessa oltre il 30% della popolazione femminile, fino al 77% delle donne in gravidanza e al 48% dei bambini. Anche chi soffre di patologie croniche infiammatorie è particolarmente a rischio: si stima che ne siano affetti fino al 61% dei pazienti con scompenso cardiaco, fino all’85% dei pazienti con insufficienza renale cronica e fino al 90% dei pazienti con malattie croniche intestinali. Il ferro è un oligoelemento essenziale per la vita: interviene nella produzione dei globuli rossi, funge da importante cofattore di varie proteine necessarie per il metabolismo dell’ossigeno e dell’energia, rafforza il sistema immunitario e garantisce la resistenza alle malattie. Si trova, inoltre, nel sistema nervoso centrale dove interviene nei processi enzimatici chiave per la sintesi di neurotrasmettitori come la dopamina – che stimola la motivazione, il piacere, il controllo dei muscoli – e la serotonina – che regola il tono dell’umore.

“Quando le riserve di ferro nell’organismo diventano scarse, l’impatto sulla salute e la qualità di vita è notevole perché ne risentono il metabolismo, il benessere psico-fisico, il desiderio sessuale, la produttività”, afferma Elisa Nescis, Ematologa presso l’Ospedale Cardinale Panico di Tricase, Lecce. “Nei bambini – prosegue – la carenza può indurre disturbi della performance cognitiva, motoria e del comportamento. Particolarmente delicato e quindi non trascurabile, è il periodo della gestazione poiché l’aumentato fabbisogno di ferro per lo sviluppo del feto e della placenta può indurre uno stato anemico nella gestante, vera e propria patologia derivante da un deficit importante e prolungato, che a sua volta aumenta il rischio di parto prematuro e di basso peso del bambino alla nascita”. La diagnosi di carenza di ferro viene effettuata mediante un semplice esame del sangue che misura i livelli di emoglobina (il principale componente dei globuli rossi che fa sì che questi leghino l’ossigeno nei polmoni e lo trasportino ai tessuti e agli organi), la ferritina sierica (che riflette la quantità di riserve di ferro presenti nell’organismo) e la saturazione della transferrina (che indica quanto del ferro disponibile può essere utilizzato per produrre nuovi globuli rossi). (segue)