Lombardia: in un anno recuperate 830 t cibo, serviti 1,6 mln pasti

Valore 6 mln. Progetto "Reti virtuose contro spreco alimentare"

NOV 20, 2018 -

Milano, 20 nov. (askanews) – Sono 830 le tonnellate di alimenti invenduti dalla Grande distribuzione organizzata donati in un anno per un valore netto recuperato di 6 milioni di euro. E 1,661 milioni i pasti serviti. Questi i risultati del progetto “Reti virtuose contro lo spreco alimentare”, voluto nel 2017 dalla Regione Lombardia e Fondazione Lombardia per l’Ambiente, con il coordinamento scientifico dell’Università Cattolica e il coinvolgimento di 17 comuni. Numeri che acquistano un significato ancora più importante alla vigilia della 22esima Giornata della Colletta alimentare, che si svolgerà sabato prossimo, 24 novembre, in tutti i supermercati d’Italia.

“Lotta allo spreco, oltre che recupero di eccedenze da distribuire alle sempre più numerose persone che versano in uno stato di povertà, significa anche promozione di una corretta cultura della nutrizione, tutela dell’ambiente e riduzione dei rifiuti”, ha commentato l’assessore regionale alle Politiche sociali, abitative e Disabilità, Stefano Bolognini.

Il progetto di Regione Lombardia “Reti virtuose contro lo spreco alimentare”, esempio di economia circolare, si inserisce nell’ambito dei “Sustainable Development Goals” dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite, che ha reso la riduzione degli sprechi alimentari una consolidata strategia europea, nazionale e regionale.

I numeri, in un’analisi dei costi-benefici (compresi quelli ambientali e sociali) condotta dall’Università Cattolica, fanno ben sperare: nei 12 mesi del progetto sono state donate 830,5 tonnellate di alimenti, per una media mensile di 69,2 tonnellate. Di questo ammontare complessivo, circa la metà (435 tonnellate) sono state raccolte dal Banco Alimentare della Lombardia presso l’ortomercato di Milano. Si tratta di circa 1.661.000 pasti, con una riduzione di rifiuti di 1.719 tonnellate di CO2, 311 kg di particolato fine, sette milioni di ettolitri acqua, 585 ettari di terra risparmiati. Aspetto, quest’ultimo, di non poco conto, se si considera che in Italia la percentuale di suolo artificializzato, secondo i dati dell’Ispra, ha raggiunto in media il 7,6 per cento nel 2016 (in Lombardia è al 12,9 per cento) e che, tra il 2012 e il 2015, la velocità del consumo di suolo agricolo e naturale in Italia è stata di circa 35 ettari al giorno, pari a 128 chilometri quadrati l’anno, con scenari preoccupanti per il 2050.

PROGETTO ‘RETI’ ED EFFETTO ‘MOLTIPLICATORE’ – Tornando al progetto Reti, il recupero di alimenti realizzato nel primo anno di vita può quantificarsi in 2,7 milioni di euro (valore commerciale), ma, considerando il reale per i destinatari finali, stimato dalla Caritas Ambrosiana, si sale a 4,2 milioni, fino ad arrivare a 6 milioni di euro, e cioè da 1,5 volte a 2,2 volte il valore commerciale nominale. Tale “moltiplicatore” di valore individuale, in base ai dati del progetto, può arrivare anche a 21 volte. In pratica, un pasto del valore nominale di 5 euro può “valere” 105 euro per chi non ha da mangiare. Innescando così un circolo virtuoso per cui ciò che per la Grande distribuzione non vale nulla, grazie al lavoro del non-profit, acquista un valore sociale misurabile multiplo del valore commerciale.