Salute, fegato grasso colpisce 30% italiani. A rischio bimbi obesi

Esperto gruppo Ini, diagnosi rivoluzionaria alternativa a biopsia

NOV 15, 2018 -

Roma, 15 nov. (askanews) – La steatosi epatica, o “fegato grasso”, colpisce almeno il 20-30% di tutta la popolazione adulta. L’80% degli obesi ne soffre mentre il 10% dei bambini sovrappeso rischia di andare incontro a questa patologia. Numeri destinati ad aumentare a fronte di uno stile di vita scorretto e sedentario. “La steatosi epatica può essere una condizione benigna, ma può progredire verso quadri più seri di infiammazione epatica ed evolvere verso cirrosi ed epatocarcinoma, nonché contribuire alla sindrome metabolica – spiega Claudio Puoti, responsabile del Centro di epatologia all’INI-Istituto Neurotraumatologico Italiano – la sua incidenza è in aumento, tanto da essere definita l’epidemia del terzo millennio”.

Delle modificazioni epidemiologiche e cliniche che si stanno susseguendo negli ultimi anni e delle novità diagnostiche e terapeutiche si parlerà il 17 novembre nel ‘Salotto della Epatologia’, la III edizione del convegno di Epatologia dell’INI. Nel corso dell’evento verranno proposti confronti tra un epatologo senior, che narrerà la propria esperienza professionale, e un giovane epatologo, che illustrerà le linee guida attuali.

“L’epidemiologia delle malattie epatiche in Italia sta cambiando – spiega Puoti – l’epatite C è in rapida riduzione a seguito dell’introduzione dei nuovi farmaci antivirali diretti e nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche consentono un controllo sempre maggiore della progressione delle malattie. Ma nello stesso tempo avanzano altre sfide. E’ in crescita inarrestabile in tutto l’Occidente la prevalenza della steatosi epatica, dovuta a sedentarietà, erronei stili di vita ed errori alimentari, influenze ambientali, fattori genetici. Si rendono quindi sempre più necessarie campagne educazionali rivolte anche ai giovani, data la prevalenza di sovrappeso ed obesità nelle giovani generazioni”.

Ma nuovi strumenti diagnostici permettono ora di individuare il danno epatico in modo sempre più accurato e meno invasivo, consentendo una rapida programmazione del percorso terapeutico. “Una delle ultime rivoluzioni in epatologia è Fibroscan, una sorta di ecografo in grado di misurare in modo esatto la durezza del fegato, dunque la severità della malattia, in alternativa alla biopsia epatica – prosegue l’esperto – non è invasivo né doloroso, consente un controllo periodico della patologia e può essere utilizzato anche nei bambini, in casi di alterazione della coagulazione del sangue, cirrotici scompensati. Inoltre – conclude l’epatologo – non ha i rischi di un intervento chirurgico, dura 3-4 minuti e la risposta è immediata. In questo modo si può programmare subito un percorso terapeutico e il controllo successivo”.