Oggi Giornata Mondiale del Diabete. In Italia 3 mln pazienti

Oms: malattia grave e diffusa. In continuo aumento

NOV 14, 2018 -

Roma, 14 nov. (askanews) – Si celebra oggi la Giornata mondiale del diabete istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation (IDF) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Un appuntamento annuale nato con l’obiettivo di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica su una malattia grave e diffusa la cui prevalenza, secondo l’OMS, è in continuo aumento: nel 2014 – rileva il portale del Ministero della Salute – era stimata pari al 8,5% della popolazione a livello mondiale, a fronte del 4,7% del 1980. Secondo tali stime, nel mondo si contavano circa 422 milioni di persone affette da diabete mellito, 64 milioni all’interno della Regione europea dell’OMS (Global report on diabetes, OMS 2016).

In Italia, in base ai dati Istat, nel 2016 si è stimata una prevalenza del diabete noto pari al 5,3% (5,4% negli uomini, 5,2% nelle donne) pari a oltre 3 milioni di persone, con un trend in leggero calo negli ultimi anni, dopo un decennio di crescita costante. La prevalenza aumenta al crescere dell’età fino a un valore di circa il 20% nelle persone con età uguale o superiore a 75 anni. La prevalenza è mediamente più bassa nelle regioni del nord (4,7 e 4,5%) rispetto a quelle del centro (5,7%), del sud (6,1%) e delle isole (5,8%).

Si distinguono un diabete mellito di tipo 1 (detto anche diabete immuno-mediato, circa il 10% dei casi) e un diabete mellito di tipo 2 (detto anche diabete non immuno-mediato o dell’adulto, circa il 90% dei casi). Si tratta fondamentalmente di due patologie distinte: mentre il diabete di tipo 2 è in parte prevenibile modificando gli stili di vita delle persone a rischio, particolarmente per quel che riguarda la nutrizione e l’attività fisica, il diabete di tipo 1 non può essere prevenuto, in quanto sono ancora poco chiari i fattori di rischio che interagiscono con la predisposizione genetica scatenando la reazione autoimmunitaria.

L’assistenza alle persone con diabete rappresenta una delle principali sfide per il Servizio sanitario nazionale. Non solo per la sempre crescente diffusione della patologia, quanto perchè la malattia ha un forte impatto sanitario, sociale ed economico che richiede un’organizzazione dell’offerta sanitaria in grado di minimizzare il più possibile l’incidenza degli eventi acuti e delle complicanze invalidanti che comportano costi elevatissimi.

E’ stato stimato che l’assistenza a un diabetico di tipo 2 non complicato presenta un costo pari a circa una volta e mezzo quella di un cittadino di pari età non diabetico; una complicanza microangiopatica (es. retinopatia) fa salire tale costo fino a tre volte; una macroangiopatia con evento acuto (es. infarto) fino a venti volte nell’anno dell’evento per poi stabilizzarsi a quattro volte negli anni successivi; se sono presenti entrambi i tipi di complicanze il costo aumenta fino a sei volte.

Come per la gran parte delle malattie croniche, il diabete richiede un costante supporto al paziente che rappresenta il primo protagonista della gestione della malattia. L’Italia dispone di un sistema di assistenza ben riconoscibile, sebbene – evidenzi il ministero – vi siano tuttora differenze territoriali suscettibili di miglioramenti organizzativi, soprattutto sul versante dell’integrazione e della comunicazione tra i vari operatori. (segue)