Chi sono i BTS che si sono presentati con la t-shirt con i simboli nazisti

Avevano anche indossato maglietta con foto esplosione Hiroshima

NOV 14, 2018 -

Roma, 14 nov. (askanews) – La società che gestisce il gruppo di musica K-pop BTS, boy band adorata in Corea del Sud e in gran parte dell’Asia orientale, ha dovuto presentare le sue scuse sia nei confronti del Giappone sia nei confronti delle comunità ebraiche per una serie di capi d’abbigliamento offensivi, tra i quali una maglietta su cui era rappresentata l’esplosione atomica di Hiroshima e un berretto delle squadre della morte SS naziste.

La Big Hit Entertainment, che gestisce l’immagine dei BTS, in un comunicato ha presentato le sue “scuse più sincere”. I manager hanno cercato di proteggere i sette ragazzi idolatrati dai fans assumendosi la responsabilità delle cadute di stile: “Big Hit non tollerà alcuna attività di guerra o di utilizzo delle armi atomiche”. Inoltre ha assicurato di essere contraria alle organizzazioni che “tendono all’estremismo politico e alle idee totalitarie, compreso il nazismo”.

I BTS sono una delle band più affermate della scena K-pop. Hanno venduto 380mila biglietti per la loro tournée giapponese in corso. Ma la settimana scorsa la televisione Asahi ha annullato un’ospitata del gruppo dopo la pubblicazione di una foto di uno dei suoi membri, Jimin, che indossava una T-shirt nella quale era disegnata una foto dell’esplosione nucleare di Hiroshima accompagnata da un messaggio ripetuto più volte – “PATRIOTISM OUR HISTORY LIBERATION KOREA” – e un’alta foto di gente che celebrava la fine della colonizzazione giapponese.

Mentre si sviluppava la polemica, sono emerse anche immagini di concerti del 2017 e del 2014 in cui i ragazzi indossavano accessori delle SS, immagini queste che hano spinto il Centro Simon Wiesenthal a intervenire. “Sembra ovvio che questo gruppo debba delle scuse al popolo del Giappone e alle vittime del nazismo”, ha reagito il rabbino Abraham Cooper del Centro Wiesenthal di Los Angeles. “Le giovani generazioni in Corea del Sud e nel mondo – ha continuato – potrebbero credere che l’intolleranza e il settarismo siano ‘cool’ e contribuire alla cancellazione delle lezioni della storia”.

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