L’ecologo Vacchiano: Strage di alberi? Dobbiamo abituarci

Lo scienziato all'Isola della sostenibilità di Roma, 5-7 dicembre

NOV 12, 2018 -

Milano, 12 nov. (askanews) – La “Strage degli alberi” nel nord Italia è il tragico risultato di fenomeni estremi a cui dobbiamo abituarci; a spiegarlo è Giorgio Vacchiano, ecologo dell’università Statale di Milano, inserito dalla rivista Nature tra gli 11 più promettenti ricercatori al mondo, che dal 5 al 7 dicembre 2018 sarà ospite a Roma dell'”Isola della Sostenibilità”, evento in cui Enti di ricerca e aziende virtuose cooperano con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile tra le nuove generazioni.

Il progetto si avvale di un Comitato Strategico composto dai maggiori Enti di Ricerca e Università Italiane: Enea, Crea, Cnr, Ispra, Università La Sapienza, Università Roma Tre.

Secondo lo scienziato, ad alimentare i venti, con raffiche di oltre 200km/h (217km/h al Passo Rolle, Trento) potrebbe essere stata anche la temperatura record delle acque del Mediterraneo.

Il principale responsabile di quella che i media hanno definito la “Strage degli alberi”, 14 milioni di alberi abbattuti, è stato principalmente il vento con raffiche violentissime di oltre 200km/h. “Violenza a cui nessun albero può reggere – ha spiegato il giovane ricercatore italiano – indipendentemente dal tipo di albero o di foresta, che sia completamente naturale o piantata dall’uomo”.

Una delle sfide attuali dei ricercatori è quello di capire quali misure siano più efficaci per contenere i danni di fronte a questi eventi meteorologici estremi e indagarne le origini “ma ritengo che i cambiamenti climatici abbiano avuto un certo ruolo”, ha detto Vacchiano. “Il fatto che il Mediterraneo fosse molto caldo in seguito a una estate record – ha proseguito – potrebbe essere stato un fattore che ha aumentato l’intensità dell’evento. Ma per averne certezza servono ancora molti studi”.

Fenomeni estremi come questi, ma anche ondate di caldo, siccità o nubifragi, potrebbero essere sempre più frequenti, non resta quindi altra soluzione che imparare a prepararsi. “Dobbiamo adottare soluzioni per mettere in sicurezza i territori – ha commentato Vacchiano – e iniziare, partendo dalle scuole, a educare le nuove generazioni a saper leggere il territorio e il meteo perché alcune tragedie possono essere evitate con una maggiore cultura dell’ambiente”.

Giorgio Vacchiano, ricercatore di Assestamento forestale e Selvicoltura presso il dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università Statale di Milano, è tra gli 11 scienziati emergenti al mondo su 500 profili valutati secondo il Nature Index (pubblicazione di almeno un articolo nelle 82 riviste del Nature Index nel 2017 e il cui primo documento scientifico sia apparso meno di 20 anni fa). La rivista Nature lo ha inserito nella lista degli 11 giovani ricercatori i cui “studi stanno lasciando il segno.