La mafia dietro smaltimento rifiuti: 3 arresti a Palermo

In manette due affiliati clan Brancaccio e uno di Borgo Vecchio

NOV 9, 2018 -

Palermo, 9 nov. (askanews) – Tre persone, i fratelli Cesare ed Antonino Lupo ritenuti affiliati al clan di Brancaccio, e Salvatore Gambino presunto affiliato al clan di Borgo Vecchio, sono stati arrestati dalla Guardia di finanza di Palermo con l’accusa di aver utilizzato denaro proveniente da attività della mafia per costituire una società con decine di migliaia attraverso dei prestanome. Tra questi c’è un viceprocuratore onorario del Tribunale di Palermo, che risulta indagato. La società avrebbe puntato ad ottenere appalti pubblici per la raccolta e smaltimento di rifiuti. Sono così scattati tre arresti dei presunti affiliati ai clan di Brancaccio e Borgo Vecchio a Palermo.

I militari hanno dato esecuzione alle misure cautelari in carcere, emesse dal gip presso il tribunale di Caltanissetta, su richiesta della direzione distrettuale antimafia nella sezione territoriale di Caltanissetta. I tre sono accusati  di impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita e di trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante di aver commesso tali fatti al fine di agevolare cosa nostra.

Gli accertamenti della Guardia di finanza hanno consentito di appurare che le persone coinvolte sarebbero state appartenenti alle famiglie mafiose palermitane di Brancaccio e Borgo Vecchio. La ricerca delle risorse finanziare rientranti nella disponibilità degli indagati ha permesso di scoprire, infatti, come le attività imprenditoriali siano state sovvenzionate mediante l’impiego di proventi derivanti dall’attività illecite. Le indagini sono state portate avanti con intercettazioni telefoniche e ambientali, accertamenti finanziari e patrimoniali, supportati dalle dichiarazioni raccolte da collaboratori di giustizia.