Fattorini food delivery sono lavoratori autonomi (Studio Ibl)

"Godono di piena autonomia"

OTT 29, 2018 -

Roma, 29 ott. (askanews) – I fattorini del food delivery sono lavoratori autonomi e si comportano e percepiscono come tali. Lo rivela un Focus IBL frutto di un’indagine svolta tra 1.000 fattorini che collaborano con Deliveroo. “Grazie all’intermediazione delle piattaforme – scrivono Del Prato e Stagnaro – i fattorini non sono più dipendenti di un’organizzazione centralizzata (generalmente il fornitore del cibo) ma sono liberi di consegnare oppure no, nel rispetto delle loro esigenze, attraverso l’intermediazione della piattaforma. Essi godono della piena autonomia relativamente a quando e come lavorare, e pertanto non possono essere qualificati come lavoratori dipendenti venendo meno il requisito dell’eterodirezione – ossia della subordinazione gerarchica”.

Dall’indagine condotta tra i fattorini che collaborano con Deliveroo emerge inoltre che “il comportamento dei rider presenta caratteristiche tipiche dei lavoratori autonomi: la maggioranza ha un’altra occupazione principale, e consegna cibo a domicilio soprattutto per ricavare le somme necessarie ad affrontare specifiche spese o comunque per arrotondare lo stipendio”. Inoltre “se concretamente posti di fronte alla scelta tra la libertà dell’autonomo e le protezioni del dipendente, in larga maggioranza dicono di prediligere la prima”. In conclusione, “non vi sono ragioni cogenti – anzi, vi sono numerose controindicazioni – per assoggettare la professione del rider alle condizioni del lavoro dipendente”.

Lo studio evidenzia che i fattorini del food delivery sono 10mila in Italia, e guadagnano in media 12 euro lordi l’ora, contro i 7 euro l’ora previsti dal contratto nazionale della logistica. I fattorini lavorano in media 11 ore alla settimana e la maggioranza per meno di 6 mesi.

La netta maggioranza dei fattorini è soddisfatta dell’attività di consegna, solamente il 9% sono insoddisfatti. Il principale motivo di soddisfazione è che il lavoro è flessibile, e i pochi insoddisfatti lo sono principalmente perché “non c’è abbastanza lavoro”.