Braccianti come schiavi nel casertano: arrestata una coppia

Ai domiciliari un tunisino e la compagna ucraina

OTT 13, 2018 -

Napoli, 13 ott. (askanews) – Turni massacranti dall’alba al tramonto, retribuzione ridotta per le donne, assenza di servizi igienici, carenza di regole per la sicurezza sul lavoro, divieto di poter comunicare con gli altri braccianti, nessuna maggiorazione per gli straordinari, spese per il trasporto sui campi e compenso per chi li recluta sottratto dalla misera paga. E’ quanto scoperto dalla Guardia di finanza sul litorale domizio, nel casertano, dove sono finiti agli arresti domiciliari due 49enni, un cittadino tunisino e la sua compagna ucraina, con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Secondo quanto emerso dall’indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, i due avrebbero reclutato quotidianamente decine di persone, dalle trenta alle novanta unità, soprattutto di nazionalità bulgara, ma anche ucraini e tunisini. I braccianti venivano reclutati a Mondragone e su tutto il litorale domizio per poi venir accompagnati, in furgoni, nei campi di Vairano, Pietravaivano e zone limitrofe dell’Alto-Casertano. I prodotti ortofrutticoli raccolti dagli immigrati erano destinati principalmente a due aziende agricole con sede a Fondi (Latina) vicino al locale Mercato Ortrofrutticolo, e a Falciano del Massico (Caserta). (segue)