Domani trasporti a rischio caos a Roma (e tra un mese il referendum)

Sciopero bus, metro e tram di 24 ore

OTT 11, 2018 -

Roma, 11 ott. (askanews) – Sarà meno “pesante” lo sciopero del trasporto pubblico previsto per domani a Roma. I bus periferici della Roma Tpl saranno infatti regolarmente in servizio: i sindacati Cgil, Cisl e Uil – dopo un incontro ieri sera con l’Assessorato alla Città in movimento – hanno deciso di sospendere lo sciopero di 4 ore inizialmente previsto dalle 8.30 alle 12.30. I rappresentanti dei lavori, rende noto il Campidoglio, hanno constatato il superamento delle criticità legate all’erogazione degli stipendi negli ultimi tre mesi e hanno mostrato “ampia disponibilità” all’apertura di un tavolo di trattativa aziendale a partire dal prossimo 18 ottobre.

“La sospensione dello sciopero previsto per le linee bus periferiche è una buona notizia”, ha spiegato l’assessore alla Città in movimento Linda Meleo: “Da una parte premia l’azione a favore dei lavoratori, colmando la criticità degli stipendi non versati negli ultimi tre mesi. Dall’altra per la città, in quanto grazie alla sforzo di dialogo tra azienda, lavoratori e sindacati si evitano disagi ai cittadini, soprattutto a quelli che per muoversi adoperano linee periferiche”.

Domani a Roma resta però confermata l’agitazione di 24 ore indetta dal sindacato Cambia-Menti M410, che interesserà tutta la rete Atac, ovvero le linee urbane di bus, tram, metropolitane, ferrovie Roma-Lido, Roma-Civitacastellana-Viterbo e Termini-Centocelle. I disagi per i cittadini sono prevedibili (la mattina potrebbe anche piovere aggravando la situazione traffico), anche se lo sciopero si svolgerà con le consuete fasce di garanzia: servizio regolare fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20.

Intanto manca esattamente un mese al referendum promosso dai Radicali per la messa a gara del Tpl nella Capitale, in programma l’11 novembre, il primo referendum d’iniziativa popolare da quando esiste Roma capitale: i romani potranno decidere se mettere a gara il servizio di trasporto pubblico, ad una o più aziende, sotto il diretto controllo del Comune di Roma che continuerà, ad esempio, a stabilire il prezzo del biglietto e le tratte necessarie per ogni quartiere.

Nei giorni scorsi i Radicali hanno lanciato una nuova campagna a sostegno del referendum con una sosia della sindaca Virginia Raggi che si aggirava per i quartieri di Roma “convinta che i tempi di attesa alle fermate di Atac diventino momenti per socializzare e leggere un buon libro, che il caldo insopportabile dei bus senza aria condizionata sia una comoda sauna, o che la periferica via del Tritone sia diventata, grazie all’amministrazione, centro storico”. Negli spot satirici promossi dal comitato “Sì Mobilitiamo Roma” “tutti i disagi che milioni di romani sono costretti a vivere ogni giorno diventano punti di forza per il servizio di trasporto pubblico”, hanno spiegato i Radicali.

Contro il referendum si sono espressi i sindacati confederali: Cgil, Cisl e Uil di Roma hanno invitato “a votare NO al referendum. ‘Privatizzare’ sembra essere per alcuni la parola magica in grado di dare miracolosamente equilibrio, efficienza e servizio di qualità, contro un ‘pubblico’ che in automatico dovrebbe evocare dissipazioni, scarsa produttività e conti in rosso. Noi pensiamo che questa tesi sia sbagliata perché non convince la semplificazione: privato=efficienza, pubblico=inefficienza”.

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