“Allerta uragano sull’Italia”, ma è una meteo-bufala

I meteorologi spiegano cosa accade (nessun evento eccezionale)

SET 28, 2018 -

Roma, 28 set. (askanews) – Nel Mar Ionio si è sviluppato un intenso ciclone Mediterraneo: non si tratta di un uragano e non rischia di colpire l’Italia, come nelle ultime ore hanno affermato molti organi di informazione. Ancora una volta, quella che si è diffusa a macchia d’olio grazie a social media e motori di ricerca è una fake news meteorologica, o di una meteo-bufala.

Allora con quale fenomeno abbiamo a che fare, e perché è diverso da un uragano? Ce lo spiegano i meteorologi del Centro Epson Meteo. “L’intenso vortice di bassa pressione che ha preso vita nel Mar Ionio – afferma il meteorologo Daniele Izzo – nelle prossime ore potrebbe assumere alcune delle caratteristiche di un ciclone tropicale. Non solo l’evento non è eccezionale, negli ultimi anni casi simili sono diventati più frequenti rispetto al passato, ma soprattutto non si tratta del primo uragano della storia nel Mediterraneo! Una tale affermazione rientra nella categoria delle fake news o meteo-bufale.

Gli uragani nascono come cicloni tropicali, i quali prendono forma su un oceano caldo con una temperatura superiore a 26-27°C fino ad una profondità di almeno 50 metri per garantire un apporto sufficiente e duraturo di energia. Certo, a causa del surriscaldamento del pianeta, le acque mediterranee in autunno si riscaldano più di quanto non lo facessero 20-30 anni fa. Ma questo non basta, perché il Mare Nostrum non è sufficientemente ampio e lo spessore dello strato delle acque calde rimane ancora troppo piccolo. Insomma, un uragano ha caratteristiche completamente diverse dai classici cicloni che portano il maltempo alle nostre latitudini.

Il ciclone mediterraneo di queste ore è nato come una classica depressione extra-tropicale e potrebbe ora assumere alcune delle caratteristiche di un ciclone tropicale come il cuore caldo, una struttura nuvolosa fatta di celle temporalesche, un ‘occhio’ e una struttura barotropica. Ma è e resterà un ciclone ibrido, a metà strada tra un ciclone extra-tropicale e un vero uragano. Nel 1989 i meteorologi americani Steven Businger e Richard Reed hanno coniato la definizione di Medicane (MEDIterranean HurriCANE, letteralmente: Uragano del Mediterraneo) per assonanza con il loro termine americano Hurricane.

In ambito scientifico, tempeste di questo tipo sono note come TLC (Tropical Like Cyclone): la parola like vuole proprio indicare che si tratta di una struttura solo ‘simile’ ad un ciclone tropicale, ma non sufficiente a definire questo fenomeno con il termine di uragano”.

“I TLC – specifica il meteorologo Andrea Giuliacci – si osservano quando intensi centri di bassa pressione di tipo dinamico, quelli tipici delle medie latitudini, nello scorrere al di sopra di acque insolitamente calde si trasformano assumono alcune caratteristiche di tipo tropicale. In particolare lo sviluppo del TLC è di solito segnalato dall’apparizione del classico “occhio del ciclone”, cioè una zona centrale pressoché sgombra da nubi, e dall’improvviso prevalere dei fenomeni termici (aria calda e umida che sale all’interno della colonna atmosferica) su quelli dinamici, per cui il nucleo stesso della depressione – contrariamente a quanto accade solitamente nei centri di bassa pressione delle medie latitudini – appare occupato da aria più calda di quella circostante.

Tuttavia ci sono alcune fondamentali differenze tra un TLC e un vero e proprio ciclone tropicale. L’aspetto più importante è che nei TLC resistono alcuni processi tipicamente dinamici (non dovuti quindi al riscaldamento dell’aria dal basso), e in particolare si osserva ancora la presenza di un sistema frontale, indizio di zone in cui sono presenti avvezioni calde e fredde (cioè spostamento di aria più calda verso regioni relativamente più fredde e viceversa). Ebbene nei cicloni tropicali non si osservano MAI fenomeni avvettivi se non quando il ciclone stesso comincia a perdere le sue caratteristiche”.

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