Il ricordo del primo piatto di pasta? Lo si ha a 4 anni

E spesso è legato alla pasta e pomodoro fatta dalla mamma

SET 26, 2018 -

Roma, 26 set. (askanews) – Quel semplice piatto di pasta al pomodoro preparato dalla mamma o dalla nonna, la ricetta speciale del pranzo della domenica, la spaghettata sui libri preparando la maturità o un esame universitario: ogni italiano ha la sua pasta della memoria, legata ad un momento significativo della sua vita. Che spesso risale a un passato lontanissimo. La pasta, infatti, lascia la sua traccia indelebile nel nostro imprinting gustativo e nell’ippocampo (la “centralina” dei ricordi) già in tenerissima età. Non solo per 9 italiani su 10 (88%), il primo “ricordo di pasta” risale a prima degli 8 anni. Ma il 46% lo colloca addirittura a prima dei 4 anni, proprio nel periodo in cui comincia a svilupparsi la memoria permanente.Lo rivela una ricerca realizzata da Doxa per AIDEPI, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, condotta su un campione rappresentativo di 1.000 italiani di età superiore ai 15 anni.

Diversi studi scientifici mostrano infatti come, a causa della cosiddetta “amnesia infantile”, ricordiamo poco o nulla di ciò che ci è successo prima dei tre anni e mezzo di vita. Un crollo della memoria che la neuroscienza colloca tra i 6 e gli 8 anni, quando lo sviluppo del cervello “cancella” i vecchi ricordi per far posto ad altri. E a rimanere sono sensazioni, frammenti di immagini. E sapori.

Il primo ricordo della pasta è intrecciato con la sfera degli affetti primari, quelli della famiglia. Ripensando al contesto della sua prima pasta, il 73% ricorda un momento di normale quotidianità, in casa. E il 16% evoca il pranzo della domenica, quando tutta la famiglia si trova riunita attorno al tavolo. A confermare che il vissuto della pasta è legato alla famiglia, 8 italiani su 10 associano il primo ricordo di pasta ai genitori (62%) e ai nonni (18%). E infatti, l’immagine evocativa che gli italiani associano alla pasta riguarda la sfera degli affetti primari. Per il 45% del campione, il ricordo si sovrappone a “casa e famiglia” (soprattutto tra le donne al Sud e tra gli over 55). Per un altro 17% richiama “convivialità e condivisione” o “amicizia e amore”. Per il 25%, pasta è sinonimo di “italianità” (soprattutto tra gli uomini, nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, residenti al Nord Ovest).

Quando chiude gli occhi e ripensa alla pasta dell’infanzia, 1 italiano su 2 (49%) vede la pasta al pomodoro. Con la mente che vola subito a qualche foto d’annata, che conserviamo sicuramente, in cui siamo ritratti intenti a mangiarla, ricoperti di macchie di sugo su vestiti, mani e viso, con espressione soddisfatta e divertita. Al secondo posto la pastina/minestra della sera (18%, soprattutto tra i 15-24enni e gli over 65 residenti al Nord Est). Al terzo la lasagna/pasta ripiena della Domenica, che fa battere il cuore al 17% del campione, soprattutto al Nord Ovest. Il primato della pasta al pomodoro è meno schiacciante solo tra i Millennials: per 1 under 25 su 4, la pasta dell’infanzia sono “minestre e ricette tipiche regionali”.

La pasta, di fatto, sta agli italiani come la Madeleine sta a Proust: la ricetta della mamma (o della nonna) che continua a farci sognare anche da grandi è la pasta al sugo. Vince quella al ragù, con il 31% delle preferenze che batte di poco quella condita con il sugo di pomodoro (29%). La passione per queste due salse divide il Paese in modo netto: il ragù fa battere il cuore al Nord e al Centro Italia, mentre al Sud la “Pummarola” sbaraglia ogni avversario. Mettendo a confronto le fasce d’età, la pasta al pomodoro è l’ID pastario degli over 65. Tra i più giovani, accanto al ragù, si registrano picchi di preferenze per Lasagne (soprattutto tra i 25 e i 40 anni) e Carbonara (specialmente tra i Millennials).