Malattie infiammatorie, 120mila italiani affetti da colite ulcerosa

Picco tra i 20 e i 30 anni, ma iniziano anche a 10 anni

SET 21, 2018 -

Roma, 21 set. (askanews) – Malattia di Crohn (MC) e Colite Ulcerosa (CU): sono malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI, secondo l’acronimo italiano, o IBD – Inflammatory Bowel Diseases – secondo quello anglosassone) caratterizzate nel loro decorso dall’alternarsi di fasi di riacutizzazione e di remissione con danno intestinale progressivo. Si stima che oltre 5 milioni di persone nel mondo siano affette da MICI, di cui circa 1.6 milioni nel Nord America e quasi 3 milioni in Europa. In Italia, pur mancando dati epidemiologici nazionali, vengono stimate oltre 200mila persone affette da colite ulcerosa o malattia di Crohn. “Il problema – spiega Alessandro Armuzzi, Segretario Generale IG-IBD, Ospedale Presidio Columbus – Fondazione Policlinico Gemelli – Università Cattolica – è che in Italia manca ancora un registro nazionale, quindi si può dare solo una stima dei malati. Con buona approssimazione si può dire che il 40% di questi 200mila è affetto dalla malattia di Crohn, mentre il restante 60% da colite ulcerosa. Le malattie infiammatorie croniche intestinali hanno il picco di incidenza tra i 20 e i 30 anni di età. Quello che è emerso ultimamente è che il 20% degli affetti da queste malattie hanno un esordio della malattia da giovanissimi, nella fascia d’età tra i 10 e i 18 anni”.

Sarà presentata venerdì 28 settembre, ore 18, presso l’NH Collection Roma Palazzo Cinquecento, la nuova campagna di sensibilizzazione di IG-IBD. “Il nostro primo obiettivo è la sensibilizzazione, a livello generale e mediatico, relativamente a queste malattie – sottolinea Armuzzi – per l’occasione abbiamo chiesto al nuotatore, campione italiano a livello internazionale, Simone Sabbioni di essere nostro testimonial, in quanto esempio di come si possa comunque giungere, nonostante tali malattie, a grandi risultati sportivi, e alla realizzazione di importantissimi obiettivi. Sebbene queste patologie, quando non gestite in maniera costante e seria, limitino in maniera pesante la vita di chi vi è affetto, una corretta informazione e un intervento immediato non provocherà effetti sulla qualità della vita, né a livello sociale né affettivo”. (segue)