Convegno vaticano: cristiani rifiutino il populismo razzista

Comprendere i timori, ma seguire l'esempio di Gesù Cristo

SET 20, 2018 -

Città del Vaticano, 20 set. (askanews) – La conferenza mondiale su “Xenofobia, razzismo e nazionalismo populista nel contesto delle migrazioni mondiali” organizzato a Roma dal dicastero vaticano per la Promozione dello sviluppo umano integrale insieme al Consiglio Ecumenico delle Chiese (Wcc) invita nel suo documento finale “tutti i cristiani e tutti coloro che sostengono i diritti umani fondamentali per respingere le iniziative populiste incompatibili con i valori del Vangelo”.

“Il nazionalismo populista è una strategia politica che cerca di appoggiarsi e promuovere i timori dei singoli e dei gruppi al fine di affermare la necessità di una politica autoritaria per proteggere gil interessi del gruppo sociale o etnico dominante presente in un certo territorio. E’ in nome di questa ‘protezione’ che i leader populisti giustificano il rifiuto idi offrire rifugio, riceve e integrare i singoli o i gruppi ddi alri paesi, culture o contesti religiosi. Ma il rifiuto di riceve e aiutare i bisognosi è contrario all’esempio e alla chiamata di Gesù Cristo. Dicendo di proteggere valori o comunità cristiane chiudendo le porte a coloro che cercano un rifugio dalla violenza e dalla sofferenza è inaccettabile e minaccia la testimonianza cristiana nel mondo, e suscita i confini nazionali come idoli”.

Per il congresso, che si conclude oggi con l’udineza dal Papa, di fronte alla crescita di “reazioni xenofobiche e razzista ai rifugiati e ai migranti”, i cristiani delle diverse confessioni devono ricordare la convinzione che “tutti gli essere umani sono uguali nella dignità e nei diritti e devono essere equamente rispettati e protetti” e, come sono chiamati da Dio a “resistere al male, agire con giustizia, perseguire la pace per trasformare il mondo”. Il razzismo, in particolare, “crea e mantiene la vulnerabilità dei membri di certi gruppi, negando loro i diritti e l’esistenza, e cercando di giustificare la loro oppressione. In questo senso il razzismo è un peccato, sia nelle espressioni invididuali che comunitarie, radicalmente incompatibile con la fede cristiana. E’ presente sia nei paesi di origine che nei paesi di approdo. Le persone di fede devono condannare il razzismo perché nega la dignità umana e il reciproco appartenere ad una unica famiglia umana, e disfa l’immagine di Dio in ogni essere umano”.

Certo “le preoccupazioni di molte persone e comunità che si sentono minacciate dai migranti – per motivi di sicurezza, ragioni economiche o culturali – devono essere riconosciute e esaminate” tramite il “dialogo” ma “in base ai principi della nostra fede cristiana e dell’esempio di Gesù Cristo, cerchiamo di puntare a una narrativa di amore e speranza, contro la narrativa populista dell’odio e della paura”