“Non si possono mandare nemmeno le persone lì sopra a demolire”

Parla l'ingegnere Antonio Brencich

AGO 17, 2018 -

Genova, 17 ago. (askanews) – La rottura di uno strallo di Ponte Morandi “è un’ipotesi che ha una sua ragionevolezza tecnica, una sua coerenza ma, a tre giorni dall’evento, dire che questa è la causa non è serio. Le esequie non sono ancora state fatte. E’ un’ipotesi di lavoro”. Lo ha detto l’ingegner Antonio Brencich, docente dell’università di Genova e membro della commissione d’inchiesta del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture incaricata di accertare le cause del crollo del viadotto autostradale del capoluogo ligure.

“La pioggia, i tuoni, l’eccesso di carico – ha aggiunto Brencich – sono ipotesi fantasiose che non vanno prese neanche in considerazione. Ci vuole del tempo, la nostra risposta deve essere seria e affidabile. Considerare quel ponte come un monumento – ha poi sottolineato il membro della commissione d’inchiesta – credo sia stato uno degli elementi culturali che hanno portato alla tragedia. Spero che non si ripeta questo errore. Questo ponte – ha spiegato – si è dimostrato molto diverso da quel che si sperava all’epoca, non ha aperto una nuova strada dell’ingegneria. Non è affidabile e non si possono mandare nemmeno le persone lì sopra a demolire perché non si sa cosa c’è”.

Secondo il docente dell’università di Genova, il tempo necessario a realizzare un nuovo ponte non sarà così breve come ipotizzato dalla società Autostrade e auspicato dal governatore della Liguria, Giovanni Toti. “Se tra quattro anni Genova avrà un nuovo ponte – ha affermato – sarebbe un grandissimo risultato. In 5 mesi può partire l’iter, la progettazione e l’appalto. Un ponte del genere – ha concluso Brencich – non si progetta dal lunedì al venerdì”.

Fos/Int2