Crollo Genova: 39 i morti accertati. Sabato i funerali di stato

Ci vorranno giorni per rimuovere le macerie. Oltre 600 gli sfollati

AGO 16, 2018 -

Genova, 16 ago. (askanews) – E’ di 39 morti fra cui tre bambini e 16 feriti il bilancio purtroppo ancora provvisorio della tragedia provocata dal crollo del Ponte Morandi sull’autostrada A 10 a Genova alla vigilia di Ferragosto. Le attività di ricerca proseguono senza sosta 24 ore su 24 nella speranza di trovare ancora dei superstiti fra le macerie, anche se con il passare del tempo le chance di sopravvivenza fra tonnellate di macerie di cemento armato si affievoliscono. Intanto sabato dovrebbero tenersi i funerali di stato per le vittime.

Imponente la macchina dei soccorsi con un campo base allestito nel greto del torrente Polcevera che vede impegnati oltre 250 vigili del fuoco con elicotteri e mezzi pesanti, personale della protezione civile e della Croce Rossa fra cui 50 operatori delle squadre speciali Smts (Soccorsi con mezzi e tecniche speciali), unità cinofile e una quindicina gli operatori del Servizio Psicosociale, SeP, per assistere i partenti delle vittime.

L’attività di rimozione delle macerie durerà a lungo (il capo del dipartimento nazionale dei Vigili del Fuoco, Bruno Frattasi ha ipotizzato più di 10 giorni) e nel frattempo bisognerà ragionare su come ripristinare almeno temporaneamente la viabilità visto che con il crollo del ponte la città è divisa in due. Ma non solo. A rischio è l’intera economia del capoluogo ligure, così come il trasporto merci sia quelle in arrivo dai porti, sia quelle in transito verso la Francia e il resto del paese.

Sul Ponte Morandi infatti transitavano circa 2mila tir al giorno diretti allo scalo portuale. Per evitare la paralisi sono allo studio diverse soluzioni fra cui l’apertura notturna dei terminal ed il passaggio di una parte dei camion attraverso lo stabilimento Ilva di Cornigliano. Ma prima come ha ribadito il premier Giuseppe Conte bisogna completare la rimozione delle macerie. Per quanto riguarda invece l’accertamento delle cause del crollo, il ministero delle Infrastrutture dei trasporti ha creato un nucleo di inchiesta interno che già venerdì mattina dovrebbe riunirsi a Genova. Nel mirino degli ispettori potrebbero finire i tiranti di cemento armato utlizzati al posto di quelli in acciaio e che potrebbero aver innescato il cedimento.

Altro tema urgente da affrontare è quello degli abitanti, delle 11 palazzine del popoloso quartiere Certosa che si trovano sotto i monconi del ponte Morandi, sulla cui staticità sono in corso verifiche. Probabilmente dovranno essere in parte demolite per permettere l’abbattimento della struttura. Intanto gli sfollati che non potranno fare ritorno alle proprie abitazioni a tempo indeterminato sono oltre 600. Per loro è allo studio un piano di ristrutturazione di edilizia popolare già esistente, anche se tempi e modalità sono ancora tutti da definire, come ha spiegato il sindaco di Genova Marco Bucci.

Lzp/Fos