Mafia a mercato ortofrutticolo Palermo: confiscati beni per 150 mln

Il provvedimento riguarda due fratelli

AGO 14, 2018 -

Palermo, 14 ago. (askanews) – La Dia di Palermo ha confiscato beni per 150 milioni di euro nei confronti di due fratelli, entrambi 61enni, palermitani, ritenuti vicini a Cosa nostra.

Il provvedimento trae origine da una proposta avanzata dal Direttore della DIA e scaturisce da indagini sull’infiltrazione di Cosa nostra nel mercato ortofrutticolo da parte della famiglia mafiosa dell’Acquasanta, retta dal clan dei Galatolo.

E’ emerso che i due fratelli, titolari di vari stand e profondi conoscitori del metodo di funzionamento del mercato ortofrutticolo, ne monopolizzavano l’attività attraverso l’utilizzo dei servizi forniti dalla Cooperativa Carovana Santa Rosalia.

E’ emersa in particolare l’esistenza di una vera e propria “regia occulta” in grado di prestabilire il prezzo dei prodotti posti in vendita nel mercato, controllare il trasporto su gomma da e per la Sicilia occidentale ed i principali centri di approvvigionamento e gestire le ulteriori attività connesse al commercio interno, determinando quindi, una grave distorsione della libera concorrenza, che ha garantito all’organizzazione ingenti guadagni attraverso attività solo apparentemente lecite.

La misura di oggi ha interessato numerosi beni immobili tra cui fabbricati, appartamenti, terreni, negozi e magazzini, quote di partecipazione societaria, autocarri, auto e moto veicoli e diversi rapporti bancari e prodotti finanziari per un valore stimato in complessivi 150 milioni di euro.

Uno dei due fratelli, inoltre, è stato ritenuto dal Tribunale di Palermo “socialmente pericoloso” e per questo sottoposto a sorveglianza speciale di 4 anni.

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