L’ingegnere Brencich: quel ponte di Genova, progettato male

Ma per il docente, non si tratta di carenza di manutenzione

AGO 14, 2018 -

Roma, 14 ago. (askanews) – Il ponte Morandi di Genova, opera dell’ingegnere Riccardo Morandi; inaugurato nel ’67, crollato il 14 agosto 2018. Un tipo di ponte che non ha mai convinto Antonio Brencich, professore dell’Università di Genova del corso di costruzioni in cemento armato. Oggi, nel giorno del crollo, ribadisce i suoi dubbi.

“Tengo a precisare che non mi sono occupato specificamente di quel ponte, su cui non ho dati”, dice, ma “ho fatto alcune osservazioni su quella tipologia di ponte. Molti lo ritengono un capolavoro dell’ingegneria, io lo ritengo un fallimento dell’ingegneria. E’ uno dei tre ponti gemelli, anzi diciamo simili, progettati da Riccardo Morandi, e che hanno avuto problemi; ce ne è uno sulla baia di Maracaibo, in Venezuela, primo in ordine di tempo (è il ponte General Rafael Urdaneta del 1957), e poi quello di Genova, e il ponte sullo Wadi el Kuf in Libia. La storia ha dimostrato delle carenze strutturali su Genova e Maracaibo, non solo oggi ma nel passato. Direi che sono esempi di come non si progettano i ponti”.

“Il ponte è stato aperto l’anno che sono nato io, nel 1967”, prosegue Brencich; “sarà forse stato progettato cinque anni prima. E’ sempre stato sotto manutenzione. Dopo vent’anni dalla sua apertura – e vent’anni nella vita di un ponte sono un battito di ciglia – hanno fatto un intervento sulla torre est. Oggi è crollata la torre ovest”.

Le torri del ponte sono tre. “Alla torre est,” spiega Brencich, “sostituirono gli stralli, cioé i cavi inclinati, il sistema che collegava il ponte alla torre. Hanno messo dei cavi esterni che si vedono bene. Il mio, ripeto, è un giudizio tecnico ma di un utente che guarda dall’esterno; quello è un intervento pesantissimo su un ponte, fatto dopo appena vent’anni di vita. Il collasso di oggi potrebbe avere un’origine simile, perchè gli stralli possono causare problemi di questo tipo; lo diranno le indagini, se si riuscirà a capire cosa è successo, e non è detto”.

Brencich ritiene quindi che si tratti di una fragilità strutturale: “Questo è evidente. Un ponte che ha 51 anni di vita non può crollare”. Né possono esserci stati altri elementi a indebolirlo come il maltempo di questi giorni: “Non c’entra niente. Il maltempo di questi giorni per una struttura significa zero. Se lei mi dicesse una tempesta di neve a meno 40 gradi…

ma un po di pioggia non cambia niente”.

Poteva essere una tragedia ancora peggiore. “Per fortuna è crollata la torre sopra le zone meno popolate”, prosegue Brencich. “C’era un mio vecchio professore di cemento armato che diceva che esiste un santo per le strutture, e il santo oggi ha fatto crollare la torre più lontana dalle abitazioni”.

Esclusa, invece, la carenza di manutenzione. “Io so che quel ponte ha sempre avuto manutenzione, c’erano sempre restringimenti per lavori; è il caso in cui non si può dire che mancasse la manutenzione. C’era quindi la consapevolezza che il ponte ne aveva bisogno. Teniamo conto che non tutto si può prevedere; resta sempre un’aliquota di imprevedibilità.

Ma era sotto controllo da molto tempo. Non è un caso di disattenzione e mancanza di investimenti”.

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