“A Roma vi sono complesse infiltrazioni mafiose” (Dia)

E' quanto emerge dalle indagini

LUG 18, 2018 -

Roma, 18 lug. (askanews) – Le indagini rivelano complesse infiltrazioni mafiose a Roma, dove le organizzazioni siciliane campane e calabresi operano con “qualificate proiezioni”, ma nella Capitale anche organizzazioni criminali locali ormai sono diventate mafiose, adottando metodi e struttura delle organizzazioni di mafia: lo sottolinea la Relazione sul secondo semestre 2017 della Dia.

“L’impegno investigativo, preventivo e di analisi della Dia – si legge nella Relazione – si è rivolto anche verso tutte quelle ulteriori formazioni criminali, come quelle stanziate in alcune aree della Capitale, che, basate su stretti vincoli di parentela, evidenziano sempre di più modus operandi assimilabili alla fattispecie prevista dall’art. 416 bis c.p. e funzionali alla gestione di attività illecite tipiche, come traffici di droga, usura, estorsioni e reati contro la persona”.

“Gli esiti investigativi e giudiziari degli ultimi anni continuano, infatti, a dar conto di una realtà, quella romana, particolarmente complessa sotto il profilo delle infiltrazioni criminali, che vedono all’opera qualificate proiezioni delle organizzazioni di tipo mafioso italiane (siciliane, calabresi e campane in primis), che sono riuscite agevolmente ad adattarsi alle caratteristiche socio-economiche del territorio di elezione”, sottolinea la Dia, avvertendo: “All’occorrenza, queste compagini criminali sanno perfettamente intersecare i propri interessi non solo con i sodalizi di matrice straniera ma, anche, con le formazioni delinquenziali autoctone che, pur diverse tra loro, in termini di modello strutturale e di azione connessa all’esercizio del potere criminale, hanno adottato il modello, organizzativo ed operativo, di tipo mafioso, per acquisire sempre più spazi nell’ambiente territoriale di riferimento”.

“In tale contesto – ricorda la Dia – costituisce un vero e proprio ‘caposaldo giudiziario’ nel contrasto alle organizzazioni criminali ‘romane’, la sentenza emessa il 26 ottobre 2017, dalla Suprema Corte di Cassazione, nell’ambito della nota inchiesta Nuova Alba, che ha riconosciuto la sussistenza del metodo mafioso adottato sul territorio di Ostia dalla famiglia Fasciani, annullando con rinvio la sentenza di secondo grado”.

E “sempre nell’area di Ostia, vasta eco mediatica ha avuto l’episodio che ha visto un esponente della famiglia Spada – legata, come noto, da vincoli di parentela con i Casamonica – aggredire un giornalista che cercava di intervistarlo. A distanza di pochi giorni dall’accaduto, la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ha disposto il fermo, successivamente convalidato, dell’aggressore per lesioni e minacce, aggravate dal metodo mafioso”.

“Nella Capitale, soprattutto nell’area del quadrante sud-est, si segnala l’operatività del menzionato clan Casamonica, aggregato criminale ‘storico’, che poggia il suo potere su una solida base familiare”, continua la Relazione, ricordando “tra le attività tipiche del sodalizio primeggiano le condotte usurarie ed estorsive, i reati contro la persona, i traffici di droga ed il reimpiego di capitali illeciti”.

La relazione a riguardo ricorda l’operazione avvenuta a dicembre, quando la guardia di finanza ha eseguito il sequestro del compendio aziendale di quattro società, un cavallo da corsa, nove unità immobiliari e un ristorante, per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro, nei confronti dei componenti della famiglia Di Guglielmo, legati da vincoli di parentela al clan Casamonica, il cui tenore di vita è risultato nettamente superiore ai redditi dichiarati.

E ancora a dicembre, l’arresto da parte dei carabinieri di un esponente dei Casamonica, latitante, che doveva espiare una pena di oltre 11 anni di reclusione, per sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali. Nello stesso mese, la polizia ha arrestato, per estorsione e reati in materia di stupefacenti, un altro appartenente alla famiglia Casamonica; ancora, a novembre, sempre la polizia di Stato ha tratto in arresto un pluripregiudicato, appartenente alla famiglia Di Silvio, insediata a Latina ed imparentata con i Casamonica e gli Spada, per sequestro di persona a scopo di rapina ed estorsione.

Gtu/Int9