Roma, incassava pensione del padre morto da 12 anni: denunciato

Truffa all'Inps, la Gdf sequestra beni per 230mila euro

LUG 14, 2018 -

Roma, 14 lug. (askanews) – Nei giorni scorsi, i Finanzieri del Comando Provinciale Roma hanno eseguito un sequestro a carico di un uomo – classe 1956 di origine palermitana – accusato di aver illecitamente incassato oltre 230.000,00 euro dall’INPS, a titolo di indennità di pensione di vecchiaia. Lo ha reso noto la Gdf. L’uomo, all’esito di accurati accertamenti economico-finanziari condotti dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Civitavecchia, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, è stato denunciato per il reato di indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato poiché quale figlio di un soggetto percettore di idonea pensione, ha continuato a intascare, senza averne diritto, per oltre 12 anni, gli emolumenti del padre, risultato deceduto nel 2006. Le Fiamme Gialle hanno, infatti, puntualmente ricostruito come il sessantaduenne residente in Santa Marinella (RM) – non avendo mai svolto alcuna attività lavorativa – si fosse, di contro, prodigato, nel corso degli anni, con il chiaro intento di truffare l’Ente previdenziale nazionale, provvedendo – dopo la morte del padre pensionato – a riscuotere le rate della pensione da 1.600,00 euro netti mensili, accreditate su un c/c bancario cointestato con il defunto padre, per l’ammontare complessivo di oltre 230.000 euro. In dettaglio, è stato accertato che lo stesso aveva già incassato e speso oltre 153.000 euro, mentre sul c/c erano ancora giacenti circa 77.000 euro. Pertanto, i militari della Compagnia di Civitavecchia hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro emesso dal G.I.P. del Tribunale di Civitavecchia del conto corrente sul quale venivano erogate le indennità INPS, bloccando così la somma non ancora distratta dall’indagato, oltre che di un ulteriore libretto postale e, per l’importo residuo, di una palazzina indipendente su due livelli, sita in Santa Marinella, dal valore commerciale di circa euro 350.000 interamente di proprietà dell’indagato.