Endometriosi, Gallera: in campo per qualità vita 160mila lombarde

Approvato decreto regionale con modello presa in carico pazienti

LUG 7, 2018 -

Milano, 7 lug. (askanews) – “Regione interviene per migliorare l’assistenza e la qualità della vita delle circa 160mila donne che in Lombardia soffrono di endometriosi, una malattia infiammatoria cronica che colpisce le pazienti in età riproduttiva, causa di forti dolori e spesso infertilità. Grazie alla collaborazione con l’Associazione italiana dolore pelvico ed endometriosi abbiamo realizzato un modello che garantirà diagnosi precoci e una presa in carico multidisciplinare da realizzarsi all’interno di centri specializzati che dovranno lavorare in rete”. Lo ha annunciato l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, commentando l’approvazione del decreto regionale, che contiene il modello di presa in carico per le pazienti affette da endometriosi elaborato dai tecnici della Dg Welfare su indicazioni di un gruppo di clinici esperti affiancati da rappresentanti delle associazioni di pazienti

“All’interno del percorso di attuazione della riforma sanitaria, che si prefigge l’obiettivo di migliorare la presa in carico dei pazienti cronici lombardi, abbiamo attivato una interazione con le associazioni che li rappresentano per comprendere i reali bisogni e le necessità” ha spiegato l’assessore, aggiungendo che quella con l’Associazione italiana dolore pelvico ed endometriosi ci ha consentito di conoscere l’impatto dell’endometriosi sulla qualità della vita della donne che ne sono affette, soprattutto a causa della sintomatologia dolorosa, e le conseguenti ricadute sociali e psicologiche”.

“Su questo – ha concluso – hanno lavorato i tecnici della DG Welfare che, avvalendosi di un gruppo di clinici esperti, hanno definito percorsi di presa in carico multidisciplinari che, partendo da una diagnosi precoce, oggi effettuata con una media di 6/7 anni di ritardo rispetto all’insorgere dei sintomi, garantiranno una migliore assistenza delle donne colpite da questa malattia, in coerenza con le linee guida internazionali”.