Adolescenti, allarme Caritas: due su tre giocano d’azzardo

Ricerca condotta a Roma su 1600 ragazzi fra 13 e 17 anni

GIU 26, 2018 -

Roma, 26 giu. (askanews) – Nella città di Roma, due ragazzi su tre (66,3%) di età compresa dai 13 ai 17 anni, gioca d’azzardo almeno una volta all’anno; il 36,3% ha dichiarato di essere giocatore abituale, almeno una volta al mese attraverso scommesse sportive, gratta e vinci, slot machine, concorsi a premio. La ricerca «Adolescenti e azzardo: cresceranno dipendenti?» – condotta dalla Caritas di Roma su 1.600 giovani nelle scuole e nelle parrocchie della Capitale – illumina con una luce cruda una realtà allarmante: il gioco d’azzardo, vietato per legge ai minori, appartiene invece al loro universo; è qualcosa di conosciuto, in un certo senso familiare, legittimato dalla pubblicità televisiva e anche dal comportamento di parenti e amici. Lo studio è stato presentato oggi nel corso della conferenza promossa dall’organismo della Chiesa di Roma insieme all’Ospedale “Bambino Gesù” sul fenomeno del gioco d’azzardo tra gli adolescenti.

In Italia dalle indagini del CNR, il numero di coloro che gioca d’azzardo almeno una volta l’anno è ormai pari a oltre 17 milioni, 42,8% della popolazione tra i 15-64 anni. Erano 10 milioni nel 2014. Fra questi si contano oltre un milione di studenti (15-19 anni, pari al 44,2% degli studenti italiani). Il numero di minori che in Italia nel 2017 ha giocato d’azzardo è pari a 580.000 minori (33,6 %). Di fronte a questo contesto, dall’indagine sulla realtà romana emerge che i giochi d’azzardo sono conosciuti dalla quasi totalità degli adolescenti: il 94,8% dei ragazzi intervistati conosce il gratta e vinci, quasi il 90% il Lotto e il Superenalotto, l’89% conosce le Lotterie, l’87,5% le Scommesse sportive, l’86,8% le slot machine, l’84,1% il Bingo e così via. L’azzardo appartiene dunque all’universo psichico dei nostri ragazzi, è penetrato nel mondo giovanile e attrae l’attenzione già dei tredicenni. I nuovi giochi elettronici non hanno però sostituito nell’immaginario collettivo i giochi più tradizionali; essi si sono semplicemente affiancati o ne hanno proposto una versione riammodernata.

I ragazzi romani hanno saputo dell’esistenza del gioco d’azzardo dalla pubblicità in tv (80,6%), oppure dalla pubblicità online 67,3%, o si sono imbattuti nell’azzardo nel bar/tabacchi (64,8%). Quasi la metà di quanti si dicono influenzati dalla televisione sente l’influenza degli amici. Appare dunque evidente che qualunque intervento volto a favorire un contenimento del gioco non potrà ignorare la funzione promozionale fortissima della pubblicità televisiva. Quasi il 90% (89,1%) definisce l’azzardo “Un’attività in cui si utilizza del denaro per vincerne altro, affidandosi alla fortuna”. Nessuno o quasi ha citato termini come svago, abilità, competenze, rischio, pericolo. Tutto è centrato semplicemente sul denaro, quasi una metafora lucida del modello socioculturale in cui siamo immersi. Il 38,5% riconosce l’esistenza di rischi ma afferma che “stando attenti” non succede niente, il 16,1% sostiene che se si è fortunati non succede niente di male e si possono fare i soldi, quasi il 7% non pensa alcunché, il 5% ritiene l’azzardo un gioco come un altro. Insomma, un po’ di attenzione e un pizzico di fortuna dovrebbero, secondo i ragazzi intervistati, garantire vincite fantastiche e indolori. Troppi minori si affidano con leggerezza a categorie come la fortuna, o ingenuamente pensano che “stando attenti” si possano evitare eventuali problemi. Troppi sono portati a sottostimare la pericolosità del gioco d’azzardo. Del resto si gioca “per vincere soldi” (82,3%).