Macron a Roma martedì per incontrare il Papa (e non Salvini)

Migrazioni tra i temi per il presidente che riscrive la laicité

GIU 23, 2018 -

Roma, 23 giu. (askanews) – Per uno scherzo del calendario e dell’etichetta diplomatica, la visita del presidente francese Emmanuel Macron al Papa, martedì prossimo, segna, al di là delle intenzioni dei due protagonisti, un contrappunto alle polemiche che infuriano in questi giorni tra Roma e Parigi sugli immigrati che arrivano in Europa.

L’inquilino dell’Eliseo è già venuto a Roma, a gennaio scorso, ma in quell’occasione, per rispetto protocollare nei confronti della Santa Sede, ha incontrato le massime cariche dello Stato italiano – all’epoca era premier Paolo Gentiloni – rinviando ad una data distinta l’udienza con il Papa. Data poi fissata già settimane fa – incastrando le fitte agende dei due uomini – al 26 giugno. Con un calendario che prevede solo appuntamenti ecclesiali e, specularmente a quanto avvenuto a gennaio, nessun incontro con le autorità italiane. Fatti, non scelte politiche, che si incastonano però nella cornice quanto mai infuocata a causa del botta-e-risposta tra Macron e i due vicepremier italiani, il leghista Matteo Salvini e il pentastellato Luigi Di Maio, e mentre a Bruxelles cresce la tensione per i vertici ai quali i big europei si confronteranno sulla contrvoersa gestione dei flussi migratori.

E’ prevedibile che all’incontro tra il Papa e Macron, ovviamente a porte chiuse, si parlerà proprio di accoglienza dei migranti (tema caro a Jorge Mario Bergoglio) e altre questioni globali, pure importanti per il Pontefice argentino, come l’ambiente (dopo l’accordo sul clima di Parigi boicottato dal presidente statunitense Donald Trump) o la difficile situazione in repubblica centrafricana.

Macron, scrive l’autorevole giornale cattolico francese La Croix, dovrebbe giungere a Roma lunedì sera ed essere ricevuto da Papa Francesco nel Palazzo apostolico alle 10 di martedì. Seguirà l’incontro con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e il “miistro degli Esteri” vaticano, mons. Paul Richard Gallagher, che il presidente francese inviterà poi ad una colazione in suo onore all’ambasciata d’Oltralpe presso la Santa Sede, Villa Bonaparte. Alle 14.30 l’inquilino dell’Eliseo si recherà nella Basilica di San Giovanni in Laterano per prendere possesso del titolo di Protocanonico d’onore del capitolo lateranense, onorificenza tradizionalmente tributata ad ogni presidente francese ma di cui non tutti prendono possesso (non lo hanno fatto né Georges Pompidou, né Francois Mitterand, né Francois Hollande: l’ultimo ad assistere ad una pomposa cerimonia è presieduta dal cardinale Camillo Ruini è stato Nicolas Sarkozy). La celebrazione, a differenza dell’ultima volta, sarà sobria, inizierà con un saluto del vicario, il cardinale Angelo De Donatis, quindi ci sarà una preghiera e la lettura di un testo biblico, per poi visitare la cappella della Colonna, dove ricvereà una copia della croce lateranense, il chiostro della basilica laterana e infine il piano nobile del Palazzo Apostolico Lateranense. Macron non pronuncerà discorsi, né in Vaticano né in Laterano, ma è previsto che faccia una conferenza stampa alle 18.15 a Villa Bonaparte, dove incontrerà la comunità francese di Roma. Nel corso della giornata romana, inoltre, è previsto un incontro con la Comunità di Sant’Egidio, attiva anche in Francia nei corridoi umanitari per i migranti.

Nel corso della trasferta romana dedicata alla Chiesa, Macron, che non ha impegni con esponenti del Governo italiano, dovrebbe incontrare anche la comunità di Sant’Egidio e la comunità francese della capitale italiana. Ad accompagnare il presidente francese, oltre a ministri e intellettuali (tra gli altri, Dominique Wolton, che ha intervistato il Papa, e Remi Brague), la moglie, Brigitte Macron.

Ad aprile Macron ha tributato un riconoscimento pubblico alla Chiesa cattolica intervenendo ad un ricevimento promosso dalla Conferenza episcopale d’Oltralpe e parlando della “linfa cristiana” di cui la Francia ha bisogno. Un appuntamento che non ha eliminato le differenze tra il presidente e la galassia cattolica su questioni come l’immigrazione o la bioetica (Macron sta svolgendo in questi mesi degli “stati generali” in materia per introdurre alcune modifiche legislative) ma nel quale il capo dello Stato francese ha ammesso che in passato molti “politici hanno profondamente misconosciuto i cattolici”. Un modo per scrivere una nuova pagina della “laicité” alla francese, che troverà dirimente conferma nella giornata romana di Macron. Romana, ma lontana dai palazzi della politica italiana.