Comunicazione vaticana, “dicastero” e ipotesi di donna prefetto

Cambia statuto di "Segreteria" per comunicazione che fu di Viganò

GIU 23, 2018 -

Città del Vaticano, 23 giu. (askanews) – Non più “Segreteria” per la Comunicazione ma “Dicastero” per la comunicazione. Cambia lo statuto giuridico dell’organismo istituito ex novo da Papa Francesco il 27 giugno 2015, e poi completato con la pubblicazione del relativo statuto il successivo sei settembre, pochi giorni dopo che il Papa stesso ha reso noto di aver preso una donna per la sua guida.

Il Papa ha deciso questa modifica il 27 febbraio scorso – dunque prima che si dimettesse il prefetto, mons. Dario Edorardo Viganò – in occasione di una udienza concessa al (nel frattempo, uscente) Sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Angelo Becciu, ma entra in vigore oggi.

“Il Sommo Pontefice Francesco, sentito il parere del Consiglio dei Cardinali, ha deciso che la Segreteria per la Comunicazione si chiami, d’ora in poi: ‘Dicastero per la Comunicazione'”, si legge nel “rescritto” pubblicato sull’Osservatore Romano di questo pomeriggio.

Nell’organigramma vaticano rimangono, dunque, tre “Segreterie”: la Segreteria di Stato, guidata dal cardinale Pietro Parolin, che coordina tutta l’attività della Santa Sede, la Segreteria del sinodo, guidata dal cardinale Lorenzo Baldisseri, che organizza e gestisce le periodiche assemblee sinodali dei vescovi di tutto il mondo a Roma, e la Segreteria per l’Economia, nata anch’essa sotto il pontificato di Francesco nel quadro della riforma della Curia romana, guidata formalmente dal cardinale George Pell, il quale, però, da mesi è spospeso perché tornato nella sua Australia per difendersi in tribunale dalle accuse di pedofilia ed è pertanto priva di un prefetto nel pieno delle sue funzioni.

Ora la Segreteria per la Comunicazione diventa dunque “dicastero”, come il dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale e il dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita – nati entrambi sotto Francesco – e distinto, in questo, da una Congregazione, solitamente presieduta da un cardinale, e da un Pontificio consiglio, solitamente presieduto da un arcivescovo.

Va notato che lo statuto del dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita spiega che esso “è presieduto dal Prefetto, coadiuvato da un Segretario, che potrebbe essere laico, e da almeno due Sotto-Segretari laici”, mentre lo statuto del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale stabilisce che esso “è presieduto da un Prefetto, coadiuvato da un Segretario e almeno un Sotto-Segretario, che possono anche essere fedeli laici”.

Solo pochi giorni fa, in una intervista esclusiva alla Reuters, Papa Francesco aveva ipotizzato che una donna potrebbe guidare la Segreteria per la comunicazione. Sarebbe la prima volta di un capo dicastero donna nella plurisecolare storia della Curia romana. “Sono d’accordo che devono essere di più” donne in ruoli chiave di Curia, aveva detto Jorge Mario Bergoglio. “Per mettere una donna Vice alla Sala Stampa (la spagnola Paloma Garcia Ovejero, ndr.) ho dovuto lottare. Fra i candidati con cui sto parlando per coprire il posto di Prefetto alla Segreteria della Comunicazione c’era anche una donna, ma lei non era disposta perché aveva altri impegni. Sono poche, bisogna metterne di più. Adesso i due Sottosegretari che ho nominato al Dicastero dei Laici, Famiglia e vita sono donne. In questo senso bisogna andare avanti secondo la qualità. Non ho nessun problema a nominare capo-dicastero una donna, se il Dicastero non ha giurisdizione. Quello per il Clero ha giurisdizione, deve essere un Vescovo, ma i dicasteri senza giurisdizione sono tanti, anche per quello dell’economia non avrei problemi a nominare una donna competente. Siamo in ritardo, è vero, ma dobbiamo andare avanti”.