Cannabis, Easyjoint: preoccupati? Css per ora non stoppa nulla

Marola: rispettiamo regole sicurezza e resta ok min.Agricoltura

GIU 21, 2018 -

Roma, 21 giu. (askanews) – “Non siamo preoccupati, stiamo organizzando le prossime mosse, come alcuni studi che riserveranno delle sorprese” per i detrattori della cannabis light. Così Luca Marola, tra i fondatori di Easyjoint, la prima a commercializzare, nel maggio del 2017, la cannabis light dopo l’approvazione della legge nazionale sulla canapa industriale. Marola ricorda che il parere del Consiglio superiore della Sanità (che invita a misure atte a non consentirne la libera vendita poiché non si potrebbe escluderne la pericolosità) “per ora non stoppa” il mercato. Giusto fare “gli approfondimenti del caso”, dice, ma resta la circolare del ministero dell’Agricoltura che a maggio scorso “ha sdoganato la commercializzazione” della canapa con un thc (la sostanza psicotropa) inferiore allo 0,2%.

Una “cifra, quella dello 0,2% – fa notare – che non è nata a caso ma distingue la canapa industriale dallo stupefacente”. Marola tiene a sottolineare che il mercato, in pieno boom ormai da oltre un anno e che tra l’altro ha fatto da effetto traino per tutta la filiera, ha visto non solo la nascita di migliaia di negozi che vendono inflorescenze sul territorio nazionale ma anche il coinvolgimento delle principali associazioni agricole, Cia, Coldiretti e Confagricoltura, e del mondo della canapa come Assocanapa e Federcanapa, con un codice di autocondotta che è in dirittura d’arrivo. “La nostra prerogativa assoluta è la sicurezza del prodotto del consumatore e della filiera, dalla coltivazione fino al consumatore finale e lavoriamo attivamente per il rispetto rigoroso” di questi principi, assicura Marola.

Per Easyjoint è “assolutamente legittima” la richiesta di parere al consiglio superiore della Sanità, peraltro avanzata a febbraio scorso da parte dell’allora ministero a guida Lorenzin. Ma “in relazione alla pericolosità del thc, che è il primo quesito posto dal ministero al Consiglio superiore della sanità, si citano delle situazioni limite come persone anziane o già affette da patologie in conflitto con il thc e donne incinta e sono sicuramente necessari degli studi più approfonditi ma molto probabilmente questi studi daranno un risultato opposto a quelli vaticinati dal Consiglio superiore della Sanità”.

“Giusto approfondire” per far sì che i dubbi vengano “fugati”, conclude Marola, ma la chiusura di questo mercato “farebbe fiorire il mercato nero della cannabis light”.