Il carabiniere che ha fatto riaprire l’inchiesta Cucchi: “Minacciato e demansionato”

Casamassima si appella al governo

GIU 19, 2018 -

Roma, 19 giu. (askanews) – “Per aver fatto il mio dovere, come uomo e come carabiniere per aver testimoniato nel processo relativo a Stefano Cucchi, morto perché pestato dai miei colleghi, mi ritrovo a subire un sacco di conseguenze”. Così afferma l’appuntato dei carabinieri Riccardo Casamassima in un video postato su Facebook. Il militare di fatto con la sua testimonianza ha fatto riaprire l’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi. Casamassima si rivolge “ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte: mi ascoltino”.

“Avevo manifestato le mie paure prima del processo del 15 maggio – spiega – paure che si sono concretizzate perché mi è stato notificato un trasferimento presso la scuola allievi ufficiali. Sarò allontanato e demansionato e andrò a lavorare a scuola dopo essere stato per 20 anni in strada. E’ scandaloso. Ho subito minacce, nessuno mi ha aiutato. Mi appello alle cariche dello Stato, ai ministri Salvini e Di Maio e al presidente del Consiglio Conte: è giusto che una persona onesta debba subire questo trattamento? Mi stanno distruggendo”.

“Mi recherò al comando generale per incontrare il nuovo comandante generale. Se non mi verranno date delle spiegazioni.

Sarò costretto ad andare in Procura e a denunciare quello che sta succedendo perché il processo Cucchi è ancora aperto e quindi una qualsiasi azione fatta nei miei confronti lo va a compromettere”. Insomma “per giustificare il trasferimento lo motivano giudicandomi ‘poco esemplare e inadeguato al senso della disciplina’”.

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