Case ai nuovi poveri di Milano, in campo la mensa solidale Ruben

Al Giambellino consegnate le chiavi di cinque alloggi comunali

GIU 16, 2018 -

Milano, 15 giu. (askanews) – La Fondazione Ernesto Pellegrini, che dal 2014 gestisce il Ristorante solidale Ruben per dare un pasto a chi si trova in situazioni temporanee di emergenza e di fragilità economiche e sociali, si allarga nel campo della casa. Grazie a un bando lanciato dal Comune di Milano per la gestione degli alloggi sfitti esclusi dalla disciplina Erp nei condomini misti (stabili dove coesistono case private e popolari), ha infatti ristrutturato, arredato e preso in gestione per vent’anni cinque appartamenti nel condominio di via Giambellino 143, per darli a persone in difficoltà, con l’obiettivo di accompagnarle in tempi rapidi verso l’autonomia economica e abitativa.

Due appartamenti, in particolare, saranno destinati a nuclei familiari per un periodo di 12/18 mesi. Altri due appartamenti, definiti “Albergo sociale”, saranno riservati alle emergenze e caratterizzati da un elevato ricambio. L’ultimo alloggio andrà invece ad una famiglia individuata dall’Amministrazione. Per tutti il canone sarà sui 64 euro/mq annui, inferiore alla media degli analoghi progetti di housing sociale. Il progetto, realizzato insieme alle cooperative Cascina Biblioteca e Spazio Aperto Servizi, si rivolge ai cosiddetti nuovi poveri, persone cioè che non stanno così male per avere diritto a tutta una serie di servizi, ma non stanno neanche così bene da poterne fare a meno.

“L’intervento è piccolo dal punto di vista delle quantità, ma gigantesco se guardiamo a che cosa ha messo in gioco già in fase di preparazione – ha commentato Gabriele Rabaiotti, assessore alla Casa e ai Lavori pubblici -. Una rete di partner qualificati mossi da un intento nobile e comune, la possibilità di lavoro per persone non occupate, la preparazione di una casa per famiglie fragili. Sono meravigliato dalla ricchezza del processo, oltre che dalla utilità del prodotto. Milano è una città che sa inventare forme nuove di risposta ai bisogni, e a questa capacità di innovazione dobbiamo riuscire a dare spazio e possibilità di azione. Il fatto che si tratti di un micro-intervento ci dice che la prossima sfida deve diventare il suo ampliamento e la sua replicazione”.

“Fin dalla sua costituzione il progetto Ruben prevedeva di andare oltre il cibo – ha aggiunto Giuseppe Orsi, amministratore delegato della Fondazione Pellegrini, per consentire ai propri commensali di reinserirsi nel tessuto sociale da cui la crisi li ha temporaneamente allontanati. Lavoro e casa sono gli altri due costituenti indispensabili per la dignità della persona e con questo progetto siamo riusciti a rendere disponibili entrambi ad alcuni nostri commensali. E senza onere per la collettività provenendo tutti fondi del progetto da privati a dimostrazione che quando il mecenatismo dell’imprenditore genera una collaborazione virtuosa con il sistema pubblico, la rete del no profit e società private ne beneficia tutta la cittadinanza” ha concluso.