Parkinson, diagnosi sempre più precoci e cure più efficaci

Con smart technology e innovazione digitale

MAG 24, 2018 -

Roma, 24 mag. (askanews) – Oltre 150 presentazioni scientifiche, decine di sessioni e corsi, un centinaio di relatori e oltre 700 partecipanti: gli esperti della malattia di Parkinson si danno appuntamento al 4° Congresso nazionale dell’Accademia LIMPE-DISMOV in programma a Roma dal 24 al 26 maggio. L’appuntamento annuale è l’evento scientifico di riferimento per chi si occupa di una patologia che in Italia colpisce oltre 300.000 persone, non solo anziani. Un paziente su 4, infatti, ha meno di 50 anni e 1 su 10 meno di 40. Nei prossimi 15 anni questo numero è destinato a raddoppiare al ritmo di circa 6.000 nuovi casi l’anno, di cui la metà ancora in età lavorativa. L’Accademia LIMPE-DISMOV fa il punto sulle ultime novità scientifiche e in particolare sull’innovazione tecnologica al servizio del paziente. La nuova era digitale del trattamento della malattia di Parkinson, infatti, vede servizi e strumenti sempre più capaci di migliorare la diagnosi e il trattamento e di garantire ricadute positive sulla qualità di vita e la ricerca italiana è in prima linea nello studio delle più avanzate tecnologie wireless e di telemedicina con numerose pubblicazioni e brevetti. “La tecnologia si rivela un ausilio importante per supportare lo specialista nella diagnosi precoce e nell’ottimizzazione delle terapie e il Congresso nazionale quest’anno propone ampi spazi di approfondimento su telemedicina e tecnologie wireless. – dichiara Alfredo Berardelli, Presidente del Congresso – La ricerca scientifica in campo neurologico sta facendo registrare enormi progressi e, come sta accadendo in generale in tutto il campo medico, l’innovazione digitale in ambito scientifico e assistenziale, con servizi e strumenti capaci di garantire ricadute positive sulla qualità di vita del paziente, appare sempre di più il futuro prossimo venturo anche della malattia di Parkinson, con un progressivo miglioramento della gestione dei disturbi del movimento attraverso le tecnologie digitali”. Sono ormai numerosi i risultati scientifici che avvalorano l’accuratezza e l’elevata sensibilità dei sensori indossabili oltre al miglioramento della risposta alla terapia. Tra le tecnologie costruite ad hoc per il paziente parkinsoniano e presentate al congresso, si trovano dispositivi wireless e software di intelligenza artificiale per supportare la pratica clinica, ausili tecnologici pensati per semplificare alcune attività della vita quotidiana e dispositivi indossabili a supporto della riabilitazione motoria e cognitiva.

Nuove prospettive si aprono con i software di intelligenza artificiale capaci di aiutare lo specialista nella diagnosi attraverso la semplice interazione quotidiana con la tastiera del computer per individuare i segni della compromissione motoria nelle prime fasi di malattia. Un aiuto nella diagnosi precoce arriva anche da smartphone che forniscono informazioni su voce, motilità digitale, marcia, equilibrio e tempo di reazione. Queste ricerche hanno portato alla messa a punto di nuove scale di valutazione della malattia che hanno ottenuto incrementi della valutazione clinica e migliorato di 16 punti la risposta alla terapia dopaminergica. Novità anche dagli smartwatch da portare al polso, capaci di rilevare l’insorgenza di disturbi del movimento distinguendoli dagli altri movimenti che si verificano normalmente nell’arco della giornata. Inoltre, l’opportunità offerta da queste nuove tecnologie di osservare in tempo reale l’impatto dei trattamenti genera un nuovo metodo per monitorare la malattia e verificare l’efficacia delle terapie, arrivando addirittura a rilevare una riduzione del tremore del 64%. Anche la riabilitazione trae vantaggio dall’impiego di tecnologie digitali: la stimolazione a corrente continua della corteccia cerebrale è in grado di ridurre il rischio di cadute, un problema assai grave nei pazienti parkinsoniani, mentre nanotecnologie indossabili che emettono vibrazioni ad elevata frequenza agli arti inferiori stanno dimostrando di migliorare l’equilibrio posturale. (segue)