Bellezza, sì al ritocchino ma oggi il “must” è l’eleganza

Al via a Roma Congresso Società Italiana di Medicina Estetica

MAG 18, 2018 -

Roma, 18 mag. (askanews) – Anche quest’anno si rinnova a Roma uno degli appuntamenti più importanti a livello internazionale del panorama della Medicina Estetica: il Congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME), giunto ormai alla sua 39esima edizione. Focus dei lavori è “L’eleganza in medicina estetica – il nuovo look della moderna tecnologia”: “Attenzione però, – spiega Emanuele Bartoletti, presidente della Sime e del Congresso 2018 – non stiamo parlando esclusivamente di ‘eleganza del risultato’, abbiamo declinato questo concetto attraverso ottiche diverse: eleganza nella selezione del paziente ad esempio, che si basa sulla sensibilità del medico nell’individuare le esigenze di un particolare individuo e che ha come conseguenza quella di ottenere il massimo risultato con il minimo intervento. C’è poi una eleganza dei movimenti medici, anche una semplice iniezione deve essere fatta bene, deve essere fatta in maniera cosciente. E poi, soprattutto, l’eleganza nella preparazione. Essere un medico estetico non significa buttarsi in un campo con lo scopo di ottenere ‘soldi facili’, bisogna affrontare un percorso formativo solido, perché si tratta di una disciplina medica molto delicata, molto importante e insolita, in cui i pazienti sono sani, devono rimanere sani ma comunque l’obiettivo è quello di farli stare meglio di quando sono arrivati. Solamente gestendo ogni aspetto della medicina estetica in modo elegante si arriva a quelle che viene considerata l’eleganza per antonomasia nel nostro ambito, quella del risultato”.

Spesso la medicina estetica viene invece accusata di creare volti innaturali, non più armoniosi. “Molti nostri pazienti finiscono per sembrare uguali tra loro – sottolinea il professore – se questo avviene è perché non hanno trovato un medico che sapesse dire loro di no. Prendiamo ad esempio i filler: l’Italia è il Paese in cui si fanno più filler in assoluto, in rapporto alla popolazione, questo vuol dire che probabilmente ne facciamo più del necessario, indipendentemente dal bisogno di ‘riempire’ il volto dei pazienti. Con questo non intendo dire ‘basta ai filler!’, i filler sono molto utili ma vanno dosati e vanno finalizzati alla correzione dell’effettivo difetto del paziente nel rispetto della sua individualità”. Il volto va studiato e dobbiamo utilizzare poco prodotto dove serve, non sparare nel mucchio, altrimenti ci riempiamo di “facce a luna piena”. E non a caso una tavola rotonda sarà proprio dedicata alla “Analisi degli insuccessi” . “Per insuccessi non intendiamo le complicanze, che possono capitare a chiunque ed essere frutto della sfortuna, -spiega Bartoletti – ma proprio gli insuccessi! Errori medici, errori di valutazione, errori di scelta del prodotto, errori di comprensione psicologica del paziente… Ci metteremo un po’ a nudo e cercheremo di capire quali errori abbiamo fatto, perché abbiamo lasciato un paziente insoddisfatto oppure – perché no – cosa ha reso insoddisfatti noi medici a fronte di un apprezzamento del risultato da parte del paziente”.