‘Ndrangheta: 8 arresti a Milano. Sigilli a bar vicino a Pirellone

In manette anche Bruno Crea. L'accusa: soldi alle cosche Reggine

MAG 16, 2018 -

Milano, 16 mag. (askanews) – Soldi frutto di evasione fiscale riciclati grazie a una serie di società tra Milano e la Romania per poi finire nelle disponibilità delle cosche della ‘ndrangheta del Reggino. Ruota attorno a questo impianto accusatorio l’inchiesta della Dda di Milano che questa mattina ha portato a 8 arresti (6 in carcere e 2 ai domiciliari) disposti dal gip Giuseppina Barbara. Le accuse contestate a vario titolo dal pm Bruna Albertini e dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci sono associazione a delinquere finalizzata a una serie di reati di tributari. Ad alcuni arrestati è stata contestata anche l’aggravante della finalità mafiosa. Tra questi c’è anche Bruno Crea, cognato di Alvaro Natale, boss dell’omonima cosca di Sinopoli e San Procopio, in provincia di Reggio Calabria, già condannato per associazione a delinquere aggravata dalla finalità mafiosa.

L’inchiesta milanese ha alzato il velo su un sistema di evasione fiscale basato su una serie di attività economiche lecite a Milano e in Romania. Il denaro frutto di evasione (circa 8 milioni di euro, stando alle stime degli inquirenti) sarebbe stato riciclato con una serie di investimenti in bar e altri esercizi commerciali. Tra questi anche il Bar Pirelli di Milano, a due passi dal Pirellone (sede istituzionale del consiglio regionale lombardo) ora sottoposto a sequestro. L’organizzazione, stando a quanto accertato nel corso delle indagini, era pronta a mettere in piedi un’attività di smaltimento rifiuti a Lazzate, comune della Brianza.