Delitto Macchi, dopo 31 anni Binda condannato all’ergastolo

Lui in aula impassibile alla lettura della sentenza

APR 24, 2018 -

Varese, 24 apr. (askanews) – E’ Stefano Binda l’assassino di Lidia Macchi. Lo hanno stabilito i giudici della Corte d’Assise di Varese condannando all’ergastolo il 50enne per omicidio volontario (aggravato dalla crudeltà ma non dai futili motivi, aggravante che la Corte non ha riconosciuto) della studentessa varesina massacrata con 29 coltellate la sera del 5 gennaio 1987 nel bosco di Cittiglio. Il verdetto dei giudici togati e popolari presieduti da Orazio Muscato è arrivato dopo poco più di 3 ore di camera di consiglio. E’ la prima sentenza di un Tribunale italiano su un “giallo” rimasto irrisolto per quasi 30 anni. Binda, presente in aula, è rimasto impassibile alla lettura del verdetto.

L’imputato è stato anche condannato al pagamento di una provvisionale di 200 mila euro a Paola Bettoni, madre di Lidia, e di 80 mila euro ciascuno a favore di Stefania e Alberto Macchi, sorella e fratello della vittima.

Si chiude così il primo processo su uno dei più grandi “cold case” della cronaca nera italiana. La svolta arrivò nel gennaio 2016, con l’arresto chiesto e ottenuto da Carmen Manfredda, il magistrato della procura generale di Milano che, nel luglio 2014, aveva avocato a sé il fascicolo assumendo la titolarità dell’indagine fino a quel momento condotta, senza risultati, dalla procura di Varese.

Fcz