Design, Piero Lissoni: le mie creazioni imperfette e umane

Intervista all'architetto nello showroom di Porro a Milano

APR 16, 2018 -

Milano, 16 apr. (askanews) – Semplicità e un tocco di imperfezione, rigore e funzionalità sono le caratteristiche dell’arredo di Piero Lissoni, architetto e designer che per Porro ha progettato una serie di elementi per ogni ambiente della casa, dall’ingresso alla camera da letto, compreso l’ufficio. Per il Salone del mobile 2018 ha progettato Curry, un day bed come l’ha definito, con struttura in legno massello, proporzioni volutamente esagerate e la forma distorta che creano una seduta asimmetrica, ispirata al mondo orientale: lo ha presentato nello showroom di via Durini a Milano. “In realtà non è un divano, anche se è nato idealmente come lettino da oppio cinese, ma è una capsula dentro casa, un luogo dei sogni, ma senza oppio, dove ti puoi sedere e sognare, ci possono giocare i figli o gli adulti” ha detto Lissoni ad askanews. È un letto che non sta in camera da letto e un divano che non sta in soggiorno. “Si cercherà uno spazio da solo, hanno una specie di vita propria, pensi di averlo scelto, ma poi alla fine è lui che si appropria di te e dello spazio – ha spiegato Lissoni – i divani sono una cosa serie, questo è più trasgressivo e trasversale, lui è una capsula, qui accadono cose a cavallo della realtà”.

Rispetto alle creazioni di altri designer, in quelle di Piero Lissoni non c’è qualcosa in più, anzi. “C’è sempre qualcosa in meno e di leggermente sbagliato, proporzioni, le altezze, le profondità e anche il modello d’uso, c’è sempre qualche piccolissimo errore, a volte grossolano, ma non mi dispiace siano imperfette, mi piace questo modello di imperfezione molto umano”. “Nel mio lavoro non c’è una fonte di ispirazione classica, ci sono delle interferenze quando cammini, viaggi, leggi, ascolti la musica, poesia, letteratura, magazine, qualcosa ti rimane come rumore di fondo e poi ragioni sulla possibilità di trasformarlo qualcosa di differente” ha detto.

Le mode cambiano con il tempo, ma non sono cambiati gli oggetti che arredano le case. “Abbiamo tolto qualche ricciolo, aggiunto qualche spigolo, arrotondato, squadrato, ammorbidito, si amoreggiava su divanetti face to face nel 1700 e anche adesso, abbiamo solo ripulito un po’ o cambiato i materiali ma continuiamo a sederci su delle sedie, a cucinare dentro le cucine, ad avere dei divani, letti e tavoli per fortuna”. Le mode “dal punto di vista creativo contano, da un altro se il design diventa come un vestito sbagliamo qualcosa. La bellezza del design industriale porta con sè la durata – ha spiegato Lissoni – alcuni credono che il design cambi la vita delle persone, altri che sia un compagno silenzioso di vita, altri un puro modello di comunicazione, io penso che sia tutte e tre le cose o nessuna, ma semplicemente lavoriamo in un sistema che ci permette di costruire degli oggetti che devono durare”.

Lissoni per Porro ha progettato anche la poltroncina Frank per la sala da pranzo: il disegno unisce 3 elementi distinti, lo schienale a conchiglia morbido e avvolgente, le gambe solide e robuste in metallo che acquisiscono slancio grazie alla sezione variabile, inizialmente circolare e poi squadrata, e la seduta con cinghie elastiche di grande spessore, per un comfort superiore. Il tavolo Ryoba ha una struttura in ottone trafilato e il piano in legno di ciliegio europeo. Le gambe a sezione triangolare creano un cavalletto su cui è appoggiato il top, 3 tavole in massello leggermente diverse una dall’altra, assemblate a secco con una sottile fuga.