La figlia della spia Skripal dimessa dall’ospedale

Il padre è ancora ricoverato ma migliora, la vicenda resta oscura

APR 10, 2018 -

Londra, 10 apr. (askanews) – Yulia Skripal, avvelenata da un agente nervino a Salisbury insieme al padre Sergey, ex spia russa, è stata dimessa ieri dall’ospedale dove si trovava dal 4 marzo, dopo che era stata trovata con il genitore su una panchina su cui entrambi erano collassati dopo essere stati esposti all’agente nervino Novichok.

“Questo non è la fine del suo trattamento, ma è un punto di svolta significativo”, ha dichiarato la vicedirettrice esecutiva dell’ospedale Christine Blanshard aggiungendo che la 33enne ha chiesto di avere privacy.

Blanshard ha spiegato anche che l’ex spia “sta recuperando più lentamente di Yulia”, ma “speriamo che presto anche lui potrà lasciare l’ospedale”. Quanto alle terapie usate, la responsabile della clinica ha spiegato che “è stata utilizzata una serie di diversi farmaci per aiutare i pazienti sino a quando riescono a produrre enzimi per rimpiazzare quelli distrutti dall’avvelenamento”: gli agenti nervini infatti attaccano in particolare degli enzimi in modo da provocare il blocco del funzionamento dei nervi. “Abbiamo anche usato tecniche speciali tecniche di decontaminazione per rimuovere le tossine residuali”, ha aggiunto.

Intanto l’agente della polizia di Wiltshire, Nick Bailey, che per primo aveva soccorso padre e figlia, è stato dimesso il 22 marzo dall’ospedale.

Per l’avvelenamento di Sergey e Yulia Skripal Londra ha accusato la Russia, che ha sempre negato un suo coinvolgimento. In seguito alle accuse oltre 150 diplomatici russi sono stati espulsi da Gran Bretagna e decine di paesi alleati occidentali e a specchio altrettanti diplomatici sono stati espulsi dalla Russia. Ancora ieri, la premier britannica Theresa May ha ribadito le accuse nei confronti di Mosca, affermando che solo la Russia “ha le capacità, la volontà” e i mezzi per produrre un agente nervino come il Novichok. Ma il governo britannico per ora non ha fornito prove concrete a supporto delle proprie tesi.

In particolare le verifiche del laboratorio chimico di Porton Down (sito che si trova nei pressi di Salisbury e che secondo i russi potrebbe essere in qualche modo implicato nella vicenda) non hanno portato certezze: il responsabile delle analisi Gary Aitkenhead ha dichiarato a Skynews che non è stato possibile stabilire la provenienza esatta della sostanza chimica usata, anche se hanno confermato che si tratta di un agente “di grado militare” e quindi con ogni probabilità prodotto da strutture che solo uno Stato può mettere in campo. Aitkenhead ha rimandato al governo, dicendo che “il più ampio quadro diplomatico” può portare a conclusioni credibili.

Secondo un documento pubblicato dal quotidiano russo Kommersant, con le motivazioni presentate dalla Gran bretagna per chiedere la solidarietà contro Mosca, non vi sono prove schiaccianti di alcun tipo e la veridicità del documento non è stata contestata.

Insomma, la vicenda mantiene lati oscuri. E intanto, secondo la Bbc, Yulia è stata trasferita in una località protetta. L’ambasciata russa a Londra si è “congratulata con Yulia Skripal per la sua ripresa. Abbiamo urgente necessità di prove che quello che le accade sia fatto per sua libera volontà.

Dmo/Orm