Vaccini, Regione E.R. Nessuna coercizione ma tutela sanitaria

Obbligo vaccini per personale sanitario in reparti "delicati"

MAR 16, 2018 -

Bologna, 16 mar. (askanews) – “Il documento approvato dalla Regione in materia di rischio biologico in ambiente sanitario non ha nulla di coercitivo, non fissa alcun obbligo, ma stabilisce indicazioni che verranno attuate dai Medici competenti per limitare il rischio di trasmissione di malattie virali e batteriche nelle strutture sanitarie, per tutelare sia il personale che i pazienti”. La Regione Emilia Romagna risponde così “ad alcuni Sindacati che, in particolare sul tema vaccinazioni al personale sanitario impiegato in reparti caratterizzati da una evidente delicatezza (oncologia, ematologia, neonatologia, ostetricia, pediatria, malattie infettive, Pronto soccorso, Centri trapianti)”, l’hanno accusata di aver atteggiamenti impositivi e punitivi.

“Premetto che siamo sempre aperti al confronto e nei prossimi giorni convocheremo i Sindacati – spiega Sergio Venturi, assessore regionale alla Salute- ma bisogna tener presente che il Medico competente o Medico del lavoro è una figura professionale che salvaguarda la salute del personale. E’ un medico preposto alla tutela dei dipendenti, non del datore di lavoro”. “E’ naturale che – prosegue l’assessore – se il medico del lavoro rileva profili di rischio in particolari ambiti lavorativi, e soltanto nel caso in cui il lavoratore non possa o non voglia sottoporsi alla prevista profilassi, rilascerà un giudizio di idoneità parziale temporanea che comporterà limitazioni per lavorare in aree ad alto rischio e per prestare direttamente assistenza a determinati pazienti. E questo proprio per evitare rischi di contagio, per tutelare la salute di operatori sanitari e pazienti”. Questa procedura, spiega la Regione, è peraltro la stessa che si adotta già oggi a tutela dei dipendenti che hanno problemi che compromettono la loro capacità di svolgere pienamente la loro attività lavorativa, ad esempio il mal di schiena. (Segue)