Tumori, Enea e Istituto Regina Elena insieme per vaccini genetici

Nasce la piattaforma "Green Genetic Vaccine" (GGV)

MAR 15, 2018 -

Roma, 15 mar. (askanews) – Dalla collaborazione pluridecennale tra ENEA e Istituto Nazionale Tumori “Regina Elena” (IRE) di Roma nasce la piattaforma “Green Genetic Vaccine” (GGV), una strategia innovativa basata su due brevetti per la produzione rapida, sicura e a basso costo di vaccini genetici potenziati con sequenze di DNA vegetale. Finanziate anche grazie al 5xMille destinato all’ENEA, queste innovazioni ad effetto immuno-stimolante sono in grado di prevenire o curare patologie tumorali e malattie infettive, come quelle da Papillomavirus umano (HPV), SARS, Zika e influenza. I vaccini genetici sono stati già commercializzati in campo veterinario e numerosi studi clinici in fase avanzata stanno valutando nuove applicazioni per uso umano.

Il primo brevetto, al quale ha collaborato anche l’Università dell’Aquila, ha dimostrato come un vaccino sperimentale, basato sulla fusione tra un gene di una proteina vegetale e uno di HPV ad alto rischio tumorale, sia in grado di indurre una risposta immunitaria efficace per la cura dei tumori associati ad HPV, come quello della cervice e di alcuni tumori dell’orofaringe. La seconda innovazione sfrutta invece una sequenza vegetale derivata da una proteina della pianta di fagiolo per ‘disegnare’ un vaccino genetico in grado di suscitare una risposta immunitaria efficace per prevenire la trasmissione di HPV e, in linea di principio, di altre malattie infettive, comprese quelle emergenti o riemergenti, come ad esempio SARS, Zika, Chikungunya, influenza e, più in generale, quelle identificate come priorità su scala globale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma c’è di più: la strategia alla base della piattaforma si è dimostrata efficace anche per la prevenzione di patologie correlate all’insorgenza del cancro. “Abbiamo dimostrato per la prima volta che la fusione genetica di una breve sequenza derivata da una proteina di pianta con quella da proteine (antigeni) di HPV è in grado di ‘guidare’ l’antigene virale all’interno delle cellule di un mammifero”, spiega Silvia Massa giovane ricercatrice della divisione ENEA “Biotecnologie e Agroindustria”. Ma non è tutto. Questa innovazione è in grado di risolvere uno dei problemi principali dei vaccini genetici ossia la loro scarsa capacità di indurre una risposta immunitaria adeguata. Infatti, in particolare se combinati con una particolare tecnica di somministrazione, detta elettroporazione, questi vaccini determinano l’induzione di una rapida, robusta e duratura risposta immunitaria che, al momento si è dimostrata efficace anche contro antigeni particolarmente ‘abili’ a sfuggire al controllo del sistema immunitario.