Trentino, disoccupazione in calo. Rossi e Olivi: fiducia dai dati

Il numero degli occupati è salito di circa 5.400 unità nel 2017

MAR 13, 2018 -

Roma, 13 mar. (askanews) – Nel 2017 gli occupati crescono in Trentino del 2,3%, pari a circa 5400 unità, il numero dei disoccupati scende del 15,7% e il tasso di disoccupazione si attesta al 5,7%, contro il 6,8% dell’anno precedente, il valore più basso nell’ultimo quinquennio. E’ quanto emerge dai dati Istat sulla forza lavoro in Trentino riferiti alla media del 2017 e al quarto trimestre dello scorso anno, diffusi oggi dall’ISPAT l’Istituto di statistica della Provincia di Trento. “Questi dati dimostrano – commenta il presidente della Provincia Ugo Rossi – che forse la realtà è diversa da come viene percepita. Nel 2017 il trend di crescita dell’occupazione si è consolidato, con riscontri positivi in particolar modo sull’occupazione femminile. Si tratta di un segnale che genera fiducia per il futuro. Certo non dobbiamo abbassare la guardia e continuare ad impegnarci a lavorare per sostenere e rafforzare la ripresa economica”. “L’elemento importante è che il miglioramento – sottolinea il vicepresidente Alessandro Olivi – si manifesta in maniera sempre più costante e strutturale ed evidenzia come i dati sull’occupazione si stiano allineando, crescendo in parallelo, ai dati sull’economia reale. La diversificazione del nostro tessuto produttivo – aggiunge Olivi – ci consente inoltre di vedere distribuiti gli effetti positivi su diverse categorie di lavoratori, con un incoraggiante risultato nell’occupazione delle donne in Trentino. Siamo convinti che il combinato disposto di un ciclo economico generale e degli interventi messi in campo dalla Provincia possano cooperare al fine di allargare le opportunità per le persone di entrare nel mercato del lavoro. Non possiamo però accontentarci delle statistiche, perché oggi più di ieri il tema è la qualità del lavoro e su questo punto è molto importante il ruolo che nei territori possono fare le relazioni anche tra le parti economiche e sociali”.

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