Chiude oggi Olio Capitale a Trieste, summit sull’extravergine

Hanno partecipato 222 produttori per un totale di 303 etichette

MAR 6, 2018 -

Trieste, 6 mar. (askanews) – Chiude i battenti oggi Olio Capitale, l’evento internazionale sull’olio extravergine di oliva che si è svolto nel fine settimana a Trieste. L’evento, organizzato da Aries (azienda speciale della Camera di Commercio Venezia Giulia) con la collaborazione dell’associazione nazionale Città dell’Olio, è stato declinato in incontri di approfondimento e convegni dedicati all’olio extravergine di oliva, incontri d’affari con i buyer internazionali, degustazioni, show cooking, approfondimenti sull’abbinamento olio-cibo e olio-vino e focus sui costi e sui cambiamenti climatici. Alla manifestazione hanno partecipato 222 produttori provenienti da tutta Italia, oltre che da Grecia e Croazia, per un totale di 303 etichette.

La dodicesima edizione di Olio Capitale ha anche premiato i migliori olii in concorso, decretando il trionfo di due oli extravergini sardi: il “Fruttato Fois” dell'”Accademia Olearia” si è aggiudicato il premio per il miglior fruttato leggero, ma è “Luna nera di Oliena” dell’Azienda Agricola Sebastiano Fadda il vero mattatore, che oltre al premio per il miglior fruttato medio si è aggiudicato anche la menzione speciale della Giuria Ristoratori, quella della Giuria Popolare e per finire la Menzione Ex Albis Ulivis. E’ andata, invece, oltreconfine, alla Slovenia, all'”Olio extravergine d’oliva Itrana” dell’azienda “Vanja Dujc” di Capodistria -Koper il premio per il miglior fruttato intenso.

Durante il quinto Forum della Commanderie des Cordons Bleus de France si è ripercorsa anche la storia dell’olivicoltura triestina: se furono addirittura i fenici a introdurre l’olivicoltura nel territorio di Trieste, e un’antica macina di epoca romana a Bagnoli testimonia questa lunga storia, è nel 1985 che un gruppo di determinati coltivatori locali, tra cui i Parovel che festeggiano quest’anno i 120 anni dell’azienda, decisero di darvi nuovo impulso. Un impianto intensivo di 4000 piante fu possibile grazie al Comune di San Dorligo della Valle e all’Ersa. Ma quell’anno vi fu una terribile gelata che vanificò totalmente il lavoro.”Caparbiamente le abbiamo reimpiantate: abbiamo messo a dimora leccino, maurino, frantoio… varie specie tipiche italiane, perché all’epoca la bianchera non si riproduceva. Poi finalmente la bianchera. E ad oggi San Dorligo della Valle rimane il cuore della produzione del Friuli Venezia Giulia – ha raccontato Elena Parovel – una parte importante del nostro lavoro oggi è rivolto alla promozione e al raccontare nel modo corretto questo prodotto. Molto è cambiato. Basta vedere qui in fiera a Olio Capitale che grande cambiamento e passo avanti è stato fatto in questi dodici anni”.