Così è stato arrestato il latitante Giuseppe Cosenza (tradito dall’amore)

Operazione dei carabinieri

MAR 3, 2018 -

Roma, 3 mar. (askanews) – Nel pomeriggio di ieri, a Carini, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Provinciale di Palermo e della Compagnia di Monreale hanno rintracciato e tratto in arresto Giuseppe Cosenza, classe 1975, in esecuzione di un provvedimento restrittivo emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo – Ufficio Esecuzioni Penali. Dal giugno del 2017 Cosenza – si aggiunge – aveva fatto perdere le proprie tracce, rendendosi irreperibile; ogni tentativo di rintracciare il destinatario del provvedimento restrittivo si era rivelato inizialmente vano.

Nel pomeriggio di ieri, i militari componenti del dispositivo investigativo, durante un servizio di osservazione, controllo e pedinamento, notavano la moglie di Cosenza che, nella zona centrale di Palermo, andava con la sua Mercedes di colore nero.

L’atteggiamento della donna, alquanto guardingo, insospettiva i militari – si riporta – che seguendo la donna notavano che ad un certo punto la signora passava sul sedile del passeggero ed alla guida dell’autovettura andava proprio Cosenza, che era spuntato tra i veicoli in sosta e salito velocemente a bordo dell’autovettura.

A quel punto – si continua – Cosenza ha ripreso la marcia ed, a velocità sostenuta nonostante il traffico cittadino, si è allontanto, fino ad immettersi sull’autostrada in direzione di Trapani. In breve i militari hanno bloccato l’auto con Cosenza e la moglie vicino ad un distributore di carburanti di Carini. Al Cosenza – si sottolinea – non veniva lasciato spazio ad eventuali tentativi di fuga. Una volta arrestato è stato subito portato al Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo.

Giuseppe cosenza è stato poi condotto nel carcere Pagliarelli per espiare una pena complessiva di anni 6 e mesi 4 di reclusione nonché mesi 9 di arresto per ricettazione ed estorsione aggravata dal metodo mafioso commessi a Palermo tra il 2003 ed il 2009.

Cosenza – si ricorda – era rimasto coinvolto, nell’operazione antimafia “Cerbero” del 2009, che aveva colpito duramente i mandamenti mafiosi cittadini di Porta Nuova e di Brancaccio. In qualità di emissario dell’organizzazione mafiosa, Cosenza aveva contribuito in maniera attiva alla consumazione di un tentativo estorsivo di tipo mafioso in danno di un gioielliere.

Red/Cro